Omelia (01-01-2010)
Omelie.org - autori vari


PRIMO COMMENTO ALLE LETTURE
a cura di Stefano e Teresa Cianfarani

Oggi celebriamo la festa della mamma di Dio. Dio l'onnipotente, Dio l'eterno, Dio l'inaccessibile, Dio il creatore che si incarna nell'utero di Maria, si nutre del suo sangue, delle sue parole, dei suoi pensieri, delle sue carezze. Dio figlio di donna. Dunque l'umanità non è solo Adamo, non è solo Caino, l'umanità per grazia può essere anche Maria che rappresenta la perfezione dell'umano nel suo rapporto privilegiato con Dio.
All'inizio del nuovo anno affidiamo tutto a Maria, madre di Dio e madre nostra. Vogliamo ripetere "totus tuus"! Madre nostra a te affidiamo la nostra vita, le nostre famiglie, i nostri amici. Alla tua intercessione presso il tuo dilettissimo figlio affidiamo le nostre angustie e le nostre aspirazioni. Affidiamo fiduciosi la Chiesa. Affidiamo il mondo. Tutto rimettiamo nelle tue mani e alla tua intercessione. Ti imploriamo, prega per noi figli confusi, disorientati, in precario equilibrio sul baratro dei nostri limiti e dei nostri peccati. Figli sperduti, figli talora disperati, figli affamati di amore, figli ribelli eppure fragili. Prega per noi anche quando non sappiamo o non vogliamo più pregare.
Donaci Madre di Dio e Madre nostra una scintilla del tuo amore per Gesù.
"Se ci identifichiamo con Maria, se imitiamo le sue virtù, potremo far sì che Cristo nasca, per virtù della grazia, nell'anima di molti che si identificheranno con Lui per opera dello Spirito Santo. Se imitiamo Maria, in qualche modo parteciperemo alla sua maternità spirituale. In silenzio, come la Madonna; senza farlo notare, quasi senza parole, con la testimonianza di un comportamento cristiano, integro e coerente, con la generosità di ripetere senza sosta un fiat che rinnovi costantemente la nostra intimità con Dio. Sia in ciascuno l'anima di Maria a magnificare il Signore - scrive Sant'Ambrogio -; sia in ciascuno l'anima di Maria a esultare in Dio. E questo Padre della Chiesa aggiunge delle considerazioni che a prima vista sembrano audaci, ma che hanno un chiaro senso spirituale per la vita del cristiano: Se, secondo la carne, una sola è la Madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo [Sant'Ambrogio, Expositio Evangelii secumdum Lucam, 2, 26]." (San Josemaria Escrivà).
Madre di Dio e Madre nostra aumenta la nostra fede così fragile e incerta.
"Il santo Vangelo, sinteticamente, ci facilita la strada per capire l'esempio della Madonna: Maria serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore [Lc 2, 19]. Cerchiamo anche noi di imitarla, parlando con il Signore, in un dialogo innamorato, di tutto ciò che ci succede, anche degli avvenimenti più minuti. Non dimentichiamo di doverli soppesare, valutare, vedere con occhi di fede, per scoprire la Volontà di Dio.
Non dimentichiamo che i giorni trascorsi dalla Madonna sulla terra furono quasi per intero molto simili a quelli di tanti milioni di donne occupate nella cura della famiglia, nell'educazione dei figli, nelle faccende domestiche. Maria santificava le cose più piccole, quelle che molti considerano erroneamente insignificanti, senza valore: il lavoro di ogni giorno, le attenzioni prodigate alle persone care, le conversazioni e le visite ai parenti e agli amici... Benedetta normalità, così piena di amore di Dio!

Perché è l'amore la chiave per intendere la vita di Maria. Un amore vissuto sino in fondo, sino alla dimenticanza completa di sé, nell'appagamento di essere là, dove Dio vuole, a compiere con diligenza appassionata la sua volontà. È per questo che ogni gesto di Maria, anche il più piccolo, non è mai banale, ma pieno di significato. Maria, nostra Madre, è per noi esempio e cammino. Dobbiamo cercare di imitarla nelle circostanze concrete in cui Dio ci chiede di vivere.

Comportiamoci così, e offriremo a quanti ci sono vicini la testimonianza di una vita semplice e normale, che pur con i limiti e i difetti propri della nostra condizione umana, è tuttavia coerente. E vedendoci uguali a loro in tutto e per tutto, gli altri si sentiranno spinti a chiederci: come si spiega la vostra gioia? Dove trovate la forza per vincere l'egoismo e la comodità? Chi vi insegna a vivere la comprensione, la convivenza leale, la dedizione al servizio degli altri?

È allora il momento di svelare loro il segreto divino della vita cristiana, di parlare di Dio, dello Spirito Santo, di Maria. È il momento di trasmettere, attraverso le nostre povere parole, quella pazzia dell'amore di Dio che la grazia ha riversato nei nostri cuori.
***
Che cosa desiderano più di tutto le mamme dai loro figli, da coloro che sono carne della loro carne e sangue del loro sangue? La loro massima aspirazione è di averli vicino. Quando i figli crescono e non è più possibile averli accanto, attendono con impazienza le loro notizie, si emozionano per tutto ciò che succede loro: dal più piccolo malessere agli avvenimenti più importanti.
Guardate: per Maria, nostra Madre, saremo sempre piccoli, perché la Madonna ci apre la strada del Regno dei Cieli, che sarà donato a chi si fa bambino [Cfr Mt 19, 14]. Dalla Madonna non ci dobbiamo mai separare. E come le renderemo onore? Frequentandola, parlandole, esprimendole il nostro affetto, meditando nel nostro cuore le scene della sua vita terrena, raccontandole le nostre lotte, i nostri successi e i nostri insuccessi.
In questo modo scopriremo - come se le recitassimo per la prima volta - il senso delle preghiere mariane. Che cosa sono l'Ave Maria e l'Angelus se non le lodi ardenti alla Maternità divina? E nel santo Rosario - meravigliosa devozione che non mi stancherò mai di raccomandare a tutti i cristiani - passano per la nostra mente e per il nostro cuore i misteri dell'esistenza mirabile di Maria, che sono anche i misteri fondamentali della fede.
Qualcuno di voi forse può pensare che il lavoro quotidiano, l'andirivieni della nostra vita, non si prestano molto per mantenere il cuore in una creatura purissima come la Madonna. Vi prego di riflettere. Che cosa ricerchiamo, anche senza prestarvi particolare attenzione, in tutto ciò che facciamo? Quando siamo mossi dall'amore di Dio e lavoriamo con rettitudine d'intenzione, cerchiamo ciò che è buono, ciò che è puro, ciò che porta la pace alla coscienza e la felicità all'anima. Commettiamo anche degli sbagli? È vero; ma proprio il riconoscimento dei nostri errori ci fa scoprire con ulteriore chiarezza che la nostra meta è questa: una felicità non passeggera, ma profonda, serena, umana e soprannaturale.

Esiste una creatura che su questa terra ha ottenuto questa felicità, perché essa è il capolavoro di Dio: la nostra santissima Madre, Maria. Maria è viva e ci protegge; è accanto al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, in corpo e anima. È la stessa creatura nata in Palestina, che si diede al Signore fin da bambina, che ricevette l'annuncio dell'arcangelo Gabriele, che diede alla luce il nostro Salvatore, che rimase con lui ai piedi della Croce.

In Lei tutti gli ideali diventano realtà; ma non dobbiamo concludere che la sua sublime grandezza la renda inaccessibile e distante. Maria è la piena di grazia, la somma di tutte le perfezioni: ed è madre. Con il suo potere davanti a Dio, ci otterrà ciò che le chiediamo; essendo Madre, vuole esaudirci. E, sempre come Madre, ascolta e comprende le nostre debolezze, incoraggia, giustifica, facilita il cammino, ha sempre pronto un rimedio, anche quando sembra che non ci sia più niente da fare.
Ti consiglio - per concludere - di fare, se non l'hai ancora fatta, la tua esperienza personale dell'amore materno di Maria. Non basta sapere che Ella è Madre, considerarla tale, e parlare di Lei come tale. È tua Madre, e tu sei suo figlio; ti vuole bene come se tu fossi il suo figlio unico sulla terra. Trattala di conseguenza: raccontale tutto ciò che ti succede, rendile onore, amala. Nessuno può farlo al tuo posto, né come tu lo faresti, se non sei tu stesso a farlo.

Ti assicuro che se ti avvierai per questo cammino, troverai subito tutto l'amore di Cristo: e ti vedrai inserito nella vita ineffabile di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo. Troverai la forza per compiere fino in fondo la Volontà di Dio, ti riempirai di aneliti di servire tutti gli uomini. Sarai il cristiano che ogni tanto sogni di essere: pieno di opere di carità e di giustizia, felice e forte, comprensivo con gli altri ed esigente verso te stesso. " (San Josemaria Escrivà)

SECONDO COMMENTO ALLE LETTURE
a cura di Marco Simeone
La solennità di Maria SS.ma Madre di Dio, per la sua posizione nel calendario, è forse la solennità più difficile da festeggiare: dopo i festeggiamenti per la fine dell'anno e tra le feste "maggiori" del Natale e dell'Epifania questa sembra essere la cenerentola...
Ovviamente non è così. Noi iniziamo l'anno civile con la benedizione di Dio (1° lettura), con l'obiettivo dichiarato di crescere come figli di Dio (2° lettura), in cammino incontro al Signore passando per Maria. Ma vediamo un pezzo alla volta.
Iniziamo col libro dei Numeri che riporta questa benedizione - che poi s.Francesco userà tante volte - è la benedizione che dice il volto benevolo di Dio è rivolto verso di noi: io penso che tante volte non ci immaginiamo il Signore intento a fare qualcosa di molto più importante, ma certamente non vicino a noi. Invece le parole della benedizione è Dio stesso che le insegna a Mosè e Aronne: è Dio che spiega se stesso e si rende comprensibile agli uomini. Ma ancora più importante è che il Nome (quello per intenderci che il secondo comandamento vieta di pronunciare perché inafferrabile e santo, la "pars pro toto"...) viene consegnato ad Aronne e ai suoi "figli" perché lo pongano sul popolo: significa che la strada per la comunione tra Dio e gli uomini è aperta, e primo frutto di questa comunione è la benedizione, segno di vita che viene donata da Dio a chi Egli ama.
La seconda lettura è presa dalla lettera ai Galati (un consiglio "per gli acquisti": bisogna leggerla per ripassare il bell'annuncio dell'amore di Dio) dove s.Paolo fa una foto all'opera di Dio: il Padre ha mandato il Figlio perché noi diventassimo figli e questo grazie allo Spirito Santo che ci è stato donato. Se prima si cominciava un cammino, questo ne è il fine (e la fine): Dio ci ha creati perché diventassimo figli, noi che siamo solo creature, per arrivare ad essere realmente figli. Ma figlio per davvero, al punto di ereditare! Non è solo una promessa di benefici in arrivo, è un progetto per la nostra vita: mente, cuore e corpo. Per questo lo Spirito che abbiamo ricevuto si muove dentro di noi per orientarci al Padre, grida dentro di noi per darci voce, per dirci quale è il nostro fine, dove il nostro cuore a tentoni ci sta portando, a quel Padre che da sempre ci ama, al Figlio che ha scelto di incarnarsi per starmi vicino, per disarmarmi col suo amore e riaccendermi. Perché nella ricerca disordinata della felicità io divento schiavo, non solo degli idoli, questo è anche troppo smaccato, ma anche delle cose buone: la Legge che Dio stesso mi ha donato, io sono capace di farla diventare un idolo ed esserne schiavo, legge che Dio ci ha dato per farci rendere conto di quanto siamo incatenati... è proprio una storia buffa!
Il vangelo racconta con estrema delicatezza l'incontro dei pastori con la santa famiglia, "dopo averlo visto.." vanno, forse anche un po' impacciati, a vedere l'opera di Dio, chissà quante domande, la paura di fare una figuraccia, di non essere all'altezza, di aver capito male gli angeli ... finché non vedono, e allora parlano. I loro occhi vedono quello che tutti i profeti hanno desiderato vedere e non hanno potuto vedere. S.Luca racconta tutto brevemente, per capire meglio è un bell'esercizio mettere in fila i verbi: "andarono e trovarono E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro." Si muovono perché così l'angelo aveva detto e vedono il segno: il bambino nella mangiatoia, allora chiudono il cerchio e parlano, lodano Dio, gli danno Gloria (...sia santificato il tuo nome...) e tornano alla loro vita con un cuore diverso, rinnovato, perché la salvezza è iniziata ed è inarrestabile.
Tutto questo discorso Maria lo ha vissuto ed è diventata lei stessa prima testimone di fede e luogo dell'incontro tra l'uomo e Dio, dove la nostra natura umana diventa Arca di Dio, tempio dove Dio gradisce abitare. Iniziare l'anno con Maria non vuol dire chiedere la sua benedizione, "...non si sa mai!", al contrario significa guardare Maria che ci indica il Figlio, così dice il Vangelo di Luca: "trovarono Maria, Giuseppe ed il bambino" è Maria che a mezza strada incontra il loro sguardo e lo indirizza al bambino appena nato. Allora vuol dire avere gli stessi sentimenti di Maria che con docilità si è messa nelle mani di Dio, anche quando il Suo progetto la superava, ha serbato le cose nel cuore per capirle, e capendole amarle e farle proprie. La benedizione di Maria è stata quella di obbedire al Signore e far si che un cuore umano fosse totalmente duttile al Signore, al fuoco del suo Spirito perché la creazione raggiungesse il suo vertice, l'immagine di Dio ricostruita nell'uomo, di nuovo capace di essere come Dio lo aveva pensato, vera immagine di Dio nel mondo, capace di "aiutare" il Signore donandolo al mondo. Questa è la benedizione di Maria, e se la accettiamo allora vuol dire che anche noi accettiamo di vivere così: è con questo obiettivo che ci rimbocchiamo le maniche e ricominciamo un nuovo anno, perché io credo che il Signore mi vuole far raggiungere la statura perfetta di figlio suo, che lo Spirito Santo mi illuminerà la mente e scalderà col fuoco il mio cuore perché io non ceda, perché la vita non mi ingrigisca, perché la mentalità del mondo non mi inacidisca con la sua sapienza sciapa e arrabbiata, perché non abbia paura di aprirmi agli altri e a volergli bene di cuore.
Questa è la benedizione di Dio e Maria è il segno vivente che la Parola di Dio porta a compimento il suo progetto d'amore, che chi si fida di Dio non rimane in mezzo alla strada, che la vera vita sta nel donare la nostra.
Maria ha vissuto così e se accetti la sua testimonianza lei è colei che dice "fate quello che vi dirà" sono le sue ultime parole nel Vangelo, forse vorrà pur dire qualcosa ...