Omelia (17-01-2010) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Commento su Giovanni 2,1-11 La seconda domenica del tempo ordinario dell'anno liturgico C potrebbe benissimo essere detta la domenica degli sponsali perché, sia la prima lettura ( Is 6, 1-5 ) che il brano dell'Evangelo di Giovanni ( Gv 1, 1-5 ) hanno come scenario un matrimonio. Il primo testo ci parla del matrimonio tra Dio e il popolo che si è scelto, tra Dio e Gerusalemme, nel secondo brano sono descritti due matrimoni, quello della vecchia e quello della nuova alleanza. Il matrimonio ebraico è strutturato in modo da rappresentare gli sponsali tra Dio ed il popolo dell'antica Alleanza, ma Gesù con la sua presenza assieme a quella della Madre e dei discepoli gli da compimento. Qui è adombrato quanto avverrà sulla Croce, allorché Cristo sposerà la sua Chiesa, infatti al momento dell' "ora" sono presenti Maria e Giovanni oltre alle "pie" donne "che erano salite dalla Galilea". Come a Cana c'è bisogno di vino non come quello offertogli sul patibolo ma quello che Cristo stesso fornisce sulla croce, facendolo sgorgare dal suo costato trafitto: sangue ed acqCome a Cana c'è bisogno di vino affinché il matrimonio sia doverosamente festeggiato e Cristo fornisce il vino, sulla Croce sgorga dal suo costato sangue e acqua. L'acqua trasformata in vino al banchetto di nozze simboleggia il sangue sgorgato sulla Croce ed in entrambi i casi è presente la Chiesa nella persona di Maria e degli Apostoli. Anche noi oggi assistiamo a questo prodigio, partecipiamo come Chiesa a questo miracolo, come singoli, ma anche come coppie e come famiglie, insieme al Padre, allo Spirito e a tutta la comunità dei credenti. L'acqua trasformata in vino al banchetto di nozze è un vino di ottima qualità, anzi "il migliore", ma sempre, inferiore come qualità di quello (sangue-vino) versato sulla Croce. Ciò che non cambia è il dispensatore, è sempre lui, il Cristo che opera distribuendo segni che al momento sono ancora illeggibili, perché prigionieri dei nostri sensi e delle nostre logiche, che sono le nostre e non quelle di Dio. Gli sposi della parabola non sono, per modo di ragionare, diversi da noi. Distratti dalla festa forse non capiscono le parole del maestro di tavola. Una cosa sembra, a mio parere importante, dobbiamo imparare a bere di quel vino che il Signore ha trasformato, se vogliamo partecipare al pranzo di nozze a cui tutti siamo invitati fin dal principio. REVISIONE DI VITA - Sappiamo cogliere nelle novità della vita i segni che il Signore continuamente ci manda? - Nella coppia accade spesso che ci siano dei dissapori. Li componiamo col muso versando del vino nuovo? |