Omelia (17-01-2010) |
don Roberto Seregni |
Gesù, maestro di vendemmia Ultimamente mi capita spesso. Dietro ad alcuni versetti si materializzano volti, incontri, ricordi. Alcuni brani della Parola mi portano a pregare per amici vicini e lontani. Soprattutto tra le pagine dei Vangeli, riemergono storie e memorie di fratelli e sorelle che ho avuto la grazia di incontrare in questi anni di ministero. A volte ho l'impressione che siano stati loro i miei esegeti più preziosi. In questi giorni, leggendo il brano delle nozze di Canaan, non ho potuto non pensare alle tante coppie di sposi con cui ho meditato su questa Parola. Ora li sento qui vicino, al mio fianco. E vorrei che pure loro mi sentissero così. Ai loro angeli custodi affido questo desiderio. Solo il Vangelo di Giovanni ci riporta i fatti di Canaan, il primo segno con il quale Gesù manifesta la sua gloria. Un segno insolito, per la verità. Non una guarigione, non un esorcismo, ma seicento litri di vino regalati ad un banchetto di nozze. Un segno inutile, verrebbe da dire. "Se non sono stati in grado di fare i conti per le provviste, peggio per loro!" Invece no. Il Rabbì di Nazareth inaugura una logica nuova, scatena la grazia che dona al di là del dovuto e del misurato. E' il gratis di Dio. Mi piace davvero iniziare da questo brano il nuovo tempo ordinario che la chiesa ci dona. Ci ricorda che proprio la quotidianità è il tempo in cui fare esperienza della gratuità di Dio, della Sua presenza, del soffio potente e delicato dello Spirito. Davvero c'è un vino buono pure per te. Per te che sei convinto di non meritarti nulla e che vedi la tua fede insicura e traballante; per te che nemmeno ti eri accorto delle botti vuote; per te che avresti saziato in altri modi la tua sete, se Gesù - maestro di vendemmia - non avesse mutato in vino buono la tua acqua insipida. Davvero c'è un vino che non costa premitura, c'è una pane fatto senza grano e forno, ci sono pesci che saltano in barca dopo una notte di pesca sterile. Davvero c'è l'occhio di una Madre che veglia su di te, che porta nelle mani di suo Figlio i tuoi bisogni, pure quelli che tu non vedi. Cin cin, cari amici! Buona festa e ricordate: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela!" don Roberto robertoseregni@libero.it |