Omelia (17-01-2010) |
padre Mimmo Castiglione |
Banchetto di nozze! Racconto Giovanneo significativo. Gesù si reca con la Madre ed i suoi discepoli ad un matrimonio, a Cana di Galilea, un villaggio vicino Nazareth. Cominciano bene i vocati la loro sequela! Partecipando ad un banchetto! La festa di nozze, nella Sacra Scrittura è simbolo dell'alleanza, del patto che lega Dio e uomo. I festeggiamenti duravano otto giorni. Ad un certo punto manca il vino. Certo, non qualcosa di nutriente e necessario, piuttosto una bevanda per rendere più brill(o)ante il convito. Pericolo! Si corre il rischio di fare brutta figura. Vergogna per tutta la vita. Inizia allora un dialogo tra Gesù e Maria sua Madre, che s'accorge, si preoccupa intervenendo. Gesù la chiama donna. Presente solo due volte nella buona e bella notizia secondo Giovanni: all'inizio e alla fine della vita pubblica di Gesù. Il Maestro nel Vangelo chiamerà donna anche la Samaritana, l'Adultera e la Maddalena. La Donna dunque, la Regina Madre e Signora impensierita si frappone intercedendo, chiedendo aiuto al Figlio perché faccia qualcosa. Gli dà occasione di manifestare la sua gloria! Come dovrà poi fare la Chiesa, della quale è modello. E come avvenne per la Cananea, strapperà il miracolo al Signore! Gesù risponde che non è ancora giunta l'ora! Quale ora? Quella della sua passione? E che quindi, finito il tempo del nascondimento può cominciare ad operare? Oppure che ormai è tempo di camminar da soli e non interferire? E che non bisogna più intervenire nella sua vita che ha da dedicare al Padre? E rivedersi poi con Lei sotto la croce, alla fine? Comunque sia, la Donna, come incurante delle parole sentite, invita i servi ad ascoltare e fare! Qualsiasi cosa vi dica, fatela! Proprio come disse di Giuseppe il Faraone! I servi riempiono le giare ormai svuotate per le abluzioni, segno di purificazione interiore. Non dal nulla dunque crea la nuova bevanda. E poi al sovrintendente la festa l'invia, al parente, che aveva l'incarico di organizzare le celebrazioni, perché tutto procedesse nel migliore dei modi e nulla venisse a mancare. Presa e gustata la bibita, si risponde come si conviene! Migliore per qualità e per profusione. Con questo convito e con poche persone s'inaugura l'attività missionaria del Signore, s'avvia il suo ministero. Non è più necessaria l'acqua per la purificazione: quella del battesimo del Battista o quella contenuta nelle giare per i lavaggi. La nuova alleanza sostituisce l'antica e la supera per qualità. L'accordo si fa ora col vino! Abbondante anche quando non è ancora giunta la sua ora! Chissà quanto lo sarà in futuro. E che bella figura anche per lo sposino! L'ora è quella della croce di Gesù pieno di grazia e verità: luogo dove si rivela l'amore e perciò la vita: gloria di Dio! Ed i discepoli credettero in lui. E con loro tutti quanti che come Maria donna di grande fede, s'abbandonano seguendone l'indicazione: Qualsiasi cosa vi dica, fatela! Cioè essere disponibili alla conversione: accogliere Gesù nella propria vita. E passare dal miracolo a quello che vuol dire: da una fede che nasce dal segno, a quella più matura. Quella che rivela la gloria! Come quando alla moltiplicazione dei pani. Come quando allo svegliarsi dell'amico Lazzaro. Gesù dunque è il vino abbondante e buono, che libera dai peccati ed offre la gioia messianica donatoci dal Padre per la nostra salvezza, per la vita eterna: comunione con Lui. Inebriamoci alla sua coppa, alla fonte d'acqua viva: lo Spirito Santo! Arriva un altro Sposo innamorato, che al terzo giorno... Dopo aver abbeverato con la Legge l'arsura della Sposa l'avvolge ora con l'amore della sua passione offrendo il vino! Terza manifestazione di Gesù (dopo quella dei Magi e del battesimo), e primo dei sette segni, attraverso il quale si leggono tutti quanti gli altri. Significato profondo: Messianico! Il Maestro rivela il mistero della sua persona, non ad un funerale, o ad una funzione religiosa. Ma ad una festa in cui si celebra l'amore: uno sposalizio. Già proprio così, come a voler sottolineare che Dio non è il guastafeste della nostra esistenza. Al contrario! Il Padre sposa le nostre persone! Lui, il solo fedele, pieno di zelo di gelosia e d'amore! Gesù comincia quindi ad istruire i suoi discepoli in un luogo che non richiama certo il deserto, ed in situazioni che non ricordano il digiuno! In questa circostanza dunque il Maestro si svela potente, cambiando l'acqua in vino. È il sesto giornodal suo inizio: ed è già nuova creazione. Sei (numero che indica incompletezza) sono le giare di pietra (come le tavole dell'Antica Alleanza) ch'erano vuote (indicazione dell'inefficacia dell'antico rito purificatorio) riempite d'acqua (abitudine, noia, grigiore per il quotidiano) che vengono tramutate in vino (foga della letizia per la festa con Dio). I discepoli si accorgeranno con chi hanno a che fare! E credendo in lui lo seguiranno. PREGHIERA Dove ti ho incontrato Gesù, in che occasione, triste o lieta? Che cosa viveva il mio cuore? E quali sentimenti ho sperimentato conoscendoti? Dove mi hai condotto, Maestro, per manifestarti? Quando mi sono accorto che valeva la pena seguirti? Cosa hai fatto per me Signore, perché potessi credere in te? Gesù, quante volte m'è venuto a mancare il vino dell'entusiasmo del vivere. E quante volte sono andato incontro a brutte figure?! Quante volte la mia immagine ha corso il rischio di essere infranta e calpestata?! E quante volte l'ho fatta franca?! Comunque sia andata, mi hai sempre sostenuto e in ogni modo. Come non esserti grato, Signore, per tutte le volte che mi hai salvato dall'obbrobrio. Spesso ho compreso e maturato solo quando sono giunto con l'acqua alla gola per la vergogna! Hai tifato per me, Signore Gesù, sempre, anche quando mi trovavo in mezzo al fango, nel mio pantano. Grazie! Madre Maria, non sempre ho avuto qualcuno che mi ha difeso, e che ha osato intercedere per me quando non avevo più onore né dignità né un nome. Come non ricordare tutte le volte che rivolgendomi a te chiedendoti un favore, sono stato ascoltato, esaudito! Grazie. Gesù, l'idria della mia vita è colma di inconsistenza. Abbi pietà di me che pongo (talvolta) la mia fiducia nella Legge, che non osservo per la fragilità della mia condizione umana. Ti prego Signore, dammi il vino della gioia per la tua amicizia, perché possa allietarmi per la tua compagnia e sorridere per tanto affetto. Portami sempre con te al banchetto della tua parola e del tuo corpo, e convincimi che tu non sei il guastafeste della mia vita. |