Omelia (03-01-2010) |
don Romeo Maggioni |
Oggi si è compiuta questa scrittura "Ogni immagine delle profezie antiche oggi si avvera nell'Agnello di Dio, nel Pontefice eterno, nel Cristo che è nato per noi" (Prefazio). Il lungo filone del Messianismo ha prefigurato in forme diverse quel Messia che avrebbe portato a compimento le promesse divine. Prefigurazione dell'opera salvifica, ma anche della sua identità. Proprio l'immagine della "Sapienza" personalizzata sfocia quasi spontanea in quel "Logos", in "quel Verbo che si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14). Così come è detto che sul "germoglio dal tronco di Iesse" (Is 11,1), sul "servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio" (Is 42,1) e su ogni profeta predestinato, scende "lo Spirito del Signore Dio per consacrarlo con l'unzione e mandarlo a portare il lieto annuncio ai poveri" (Is 61,1). Il Natale, che abbiamo celebrato, invera quelle promesse nella persona di Gesù di Nazaret, che molto spesso si approprierà quelle immagini e quei preannunci. 1) LO SPIRITO DEL SIGNORE E' SOPRA DI ME All'inizio del suo ministero pubblico Gesù fa sua proprio quella immagine di missione prefigurata da Isaia: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione". "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato". Un'altra volta, rispondendo ai dubbi del Battista che s'era trovato un Messia così diverso da come se l'aspettava, Gesù cita ancora una Scrittura di Isaia: "Riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il vangelo" (Mt 11,4-5). E' lui, Gesù il Messia prefigurato, e il suoi gesti rendono concreti quella salvezza promessa dalle Scritture. Dichiara infatti: "Voi scrutate le Scritture..: sono proprio esse che danno testimonianza di me" (Gv 5,39). L'immagine della "Sapienza", che la prima lettura rievoca, sembra un film in anteprima di quello che il prologo di Giovanni dice del "Logos". "Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo" - "Il Verbo era presso Dio". "Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato" - "In principio era il Verbo". "Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele" - "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". La Sapienza personificata nel libro del Siracide è in sostanza la Torah o, meglio, la Parola di Dio nella sua interezza, la Rivelazione. E proprio del Verbo fatto carne si dice: "Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato" (Gv 1,18). Del resto è Lui "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv 1,9). Lui è "la via, la verità e la vita" (Gv 14,6). "Il Signore Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito". L'annuncio dei tempi messianici li ha sempre caratterizzati come il tempo dello Spirito Santo. Parlando della nuova Alleanza Ezechiele dice: "Porrò il mio Spirito dentro di voi" (36,27); e il profeta Gioele: "Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo" (3,1). Dall'incarnazione nel seno di Maria, al battesimo al Giordano, "all'essere condotto dallo Spirito nel deserto" (Mt 4,1) per essere tentato.., ogni momento della vicenda terrena di Gesù è sotto l'azione dello Spirito Santo, fino all'ultimo atto col risuscitarlo da morte. Il segno che uno è chiamato alla Chiesa è il dono dello Spirito; Pietro ricorda quel che era capitato al centurione Cornelio: "Chi può impedire che siano battezzati nell'acqua questi (pagani) che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?" (At 10,47). Dirà Gesù: "Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi d'acqua viva. Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui" (Gv 7,38-39). 2) VIVERE SECONDO LO SPIRITO "Dio, mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito" (Epist.). E' detto lo scopo finale del Natale che celebriamo: Dio si fa uomo in Cristo - un uomo senza peccato - per vincere il peccato (cioè il rifiuto di Dio) e così liberare l'uomo dalla forza del peccato che tiene schiavo ogni uomo (vivere secondo la carne). Opera dello Spirito Santo che in noi cambia i desideri e ci apre e sostiene nell'indirizzarli a Dio (vivere secondo lo Spirito). Veramente con l'avvento di Gesù e col dono del suo Spirito, si attua quella radicale salvezza che la Legge ebraica non poteva attuare (indicava il bene da fare ma non ne dava la forza). Ora, dice Paolo, c'è una nuova legge, che è più che una legge, perché cambia desideri e dà la forza del bene: "Ora non c'è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Perché la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte" (Rm 8,1-2). Questa è la grande novità cristiana, novità interiore: lo Spirito Santo aiuta a "tendere verso ciò che è spirituale, a tendere alla vita e alla pace". Si attua quel che Geremia diceva della caratteristica della nuova Alleanza: "Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo" (31,33). Ed Ezechiele: "Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne" (36,26). Sant'Agostino (e con lui il Concilio di Trento) chiama "concupiscienza" quella dinamica umana che, dopo il peccato originale, tende a corrompersi nei vizi. Per vincerla ci vuole una "concupiscienza buona", cioè qualcosa che trasforma interiormente i desideri e li orienta al vero bene. Questo è il dono della grazia dello Spirito Santo. Che è nient'altro che il riportare la libertà dell'uomo ad essere veramente "libera" cioè capace di vedere e volere il suo bene autentico. Allora accogliamo questa straordinaria novità portataci da Gesù che cambia completamente il discorso della moralità e della libertà. "Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe" (Epist.). San Paolo ne ha fatto esperienza: "In me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo" (Rm 7,18). Siamo lontanissimi dal puro "buon senso" come radice della moralità, e fuori da ogni discorso di "moralità laica". Viviamo allora sotto il dominio dello Spirito se vogliamo piacere a Dio! ****** Come risuona attuale oggi quel che ha dichiarato Gesù nella sinagoga di Cafarnao: "Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista". Ai poveri, cioè a quelli che non si fanno legge a sé, viene offerta una liberazione, cioè una "libertà liberata" dai condizionamenti del peccato, e una illuminazione capace di far vivere l'uomo veramente nella verità. Davvero sempre bisogna concludere che solo Cristo rende l'uomo uomo! |