Omelia (24-01-2010)
Omelie.org (bambini)


Il Vangelo di questa settimana è come un piccolo puzzle, infatti è formato da due brani, tratti sempre dal racconto dell'evangelista Luca, solo che si tratta di due brani lontani, l'uno dall'altro. Cerco di spiegarmi meglio. Se uno di voi va a casa, apre il Vangelo secondo Luca e comincia a leggere, scopre che il testo inizia proprio con i primi versetti del brano che abbiamo ascoltato oggi: "Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto."
In pratica, prima di iniziare a raccontare, Luca spiega la sua intenzione a coloro che leggeranno: come hanno fatto già altri, anche lui vuole presentare in ordine tutti gli avvenimenti che riguardano Gesù. Siccome desidera fare un lavoro serio, si è preoccupato di ascoltare con attenzione tutti i testimoni, cioè coloro che hanno vissuto insieme al Maestro, giorno dopo giorno: Maria, per esempio, la madre di Gesù; e poi tutti gli Apostoli, insieme a numerosi discepoli.
Luca può garantire, così, l'autenticità di quello che riferisce: ci rassicura che possiamo fidarci delle sue parole, anche se le leggeremo a distanza di tempo e in un luogo lontano. Chissà... probabilmente l'evangelista Luca neppure sospettava quanto tempo dopo avremmo continuato a leggere le sue parole, proprio nella certezza che raccolgono con fedeltà quello che è avvenuto oltre 2000 anni fa.
Con questa assicurazione dell'autore, termina la prefazione, cioè l'introduzione del Vangelo secondo Luca e, nel testo completo, a questo punto c'è il racconto dell'annuncio della nascita di Giovanni Battista.
Invece, il brano che abbiamo ascoltato oggi, fa un salto di quattro capitoli e ci presenta Gesù già adulto, che inizia la sua attività di Rabbi nelle città della Galilea.
Perché è stato costruito questo piccolo puzzle, unendo insieme i diversi brani del Vangelo? Sinceramente non conosco la risposta che darebbero i biblisti che hanno curato i testi per la liturgia, coloro che hanno scelto i brani che vengono proclamati durante la Messa. Penso però che la loro scelta ci aiuta a comprendere meglio quello che abbiamo ascoltato. Infatti, nell'accogliere la seconda parte del Vangelo, il secondo frammento del nostro puzzle, siamo aiutati proprio dall'introduzione che ha scritto l'evangelista Luca. Mentre leggiamo di Gesù che comincia a predicare per le strade e i villaggi, mentre ascoltiamo dell'inizio della sua missione di Rabbi, in mezzo alla gente, ci aiuta molto sapere che non si tratta di una favola, di una bella storia: l'evangelista Luca ci assicura che quello che scrive lo ha raccolto dalla voce dei testimoni; che prima di appoggiare la penna sul foglio ha ascoltato il racconto di chi c'era. Si è fatto descrivere la situazione e ha trascritto con fedeltà le parole che Gesù ha pronunciato. Nello scrivere ha ripercorso il resoconto di chi c'era davvero, quel sabato a Nazareth, quando il giovane Rabbi ha preso la parola dopo aver letto un brano del profeta Isaia.
Vi ricordate che due domeniche fa abbiamo celebrato il Battesimo di Gesù? È stato il suo primo passo nella vita pubblica. Dopo quel giorno solenne, con la voce del Padre che si fa udire dal cielo, Gesù si ritira per quaranta giorni nel deserto, in silenzio e riflessione. Poi, finalmente, torna in Galilea, la sua regione, e comincia a predicare tra la gente, parlando spesso nelle sinagoghe. Inizia pian piano a formarsi un gruppetto di discepoli: domenica scorsa, nel raccontarci il miracolo dell'acqua cambiata in vino durante le nozze a Cana, l'evangelista Giovanni specificava che a quel matrimonio Gesù era presente "insieme ai suoi discepoli."
Naturalmente, con la predicazione in giro per le città e i primi segni prodigiosi, il nome di questo giovane Rabbi, che parla con tanta semplicità e sapienza, si diffonde in fretta e molti vanno appositamente ad ascoltarlo.
Si parla di lui al mercato, tra la folla; si parla di lui tra le donne, che vanno alla fontana ad attingere acqua; si parla di lui sulla porta della taverna, tra gli uomini che si ritrovano la sera, dopo il lavoro: "Hai sentito di Gesù di Nazareth?... è giovane, ma parla bene!... Ma dove avrà studiato? Dicono che sia figlio di un semplice carpentiere... insomma, è uno di noi!"
Le voci corrono e giungono anche a Nazareth, da dove Gesù manca ormai da circa due mesi. Figuratevi la curiosità dei suoi compaesani! "E quando verrà a predicare anche qui da noi?... è da tanto che non si vede da queste parti, ma dovrà pure tornare a trovare sua madre!... Dite che parlerà in piazza? Oppure in sinagoga? E compirà dei miracoli?"
Finalmente Gesù arriva a Nazareth e, il giorno di sabato, come aveva sempre fatto fin da bambino insieme a Giuseppe, si reca nella sinagoga e si alza per leggere, per proclamare a voce alta la Parola di Dio.
Noi oggi abbiamo la Bibbia, che è un volumone grosso, ben rilegato, ma al tempo di Gesù non c'erano i libri stampati: si usavano i rotoli di papiro o di pergamena. Così gli viene consegnato il rotolo che contiene il testo del libro del profeta Isaia.
Di tutto il lungo testo che raccoglie l'annuncio pronunciato tanti secoli fa dal profeta Isaia, Gesù sceglie di proclamare alcuni versetti in particolare. Guardate che non apre a caso: "aprì il rotolo e trovò il passo", cerca e trova un punto preciso del testo, per leggere proprio quelle parole. Riascoltiamole anche noi: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l'anno di grazia del Signore."
Sono parole piene di speranza gioiosa, perché descrivono un mondo sereno e libero, il mondo secondo il cuore di Dio, un mondo in cui tutti desideriamo vivere: senza più prigionieri, né schiavi, né oppressi; un mondo in cui chi è cieco può tornare a vedere e chi è povero può rallegrarsi, perché finisce il tempo della miseria.
Ci fa piacere che Gesù, dovendo scegliere un brano da leggere a voce alta, abbia voluto proprio questi versetti ricchi di speranza, profumati di libertà, impregnati di gioia: questi particolari ci aiutano a conoscere sempre meglio il nostro Maestro e Signore, ci aiutano a comprendere com'è fatto il suo cuore.
Ma c'è di più, come ci racconta l'evangelista Luca: "Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato."
Terminata la lettura, Gesù arrotola di nuovo il volume e lo restituisce all'incaricato: come a mettere un punto fermo, definitivo, alle parole che ha appena proclamato.
Poi si siede. Abbiamo già scoperto che sedersi per parlare davanti a un assemblea, in Israele era un atteggiamento riservato al Rabbi, al maestro, a colui che insegna. Parlare stando seduti, significava ammaestrare gli ascoltatori.
Questa pausa di silenzio che Gesù dosa con sapienza, e il dettaglio del mettersi seduto prima di cominciare a parlare, sono tutti elementi che ci avvertono, ci invitano a prestare molta attenzione, perché le parole che stiamo per udire hanno un'importanza speciale.
Infatti il Vangelo ci dice che si crea intorno a Gesù una grande attesa, un'enorme aspettativa: gli occhi di tutti i presenti sono fissi su di Lui, tutti coloro che si trovano nella sinagoga quasi trattengono il respiro, curiosi e desiderosi di ascoltare la sua parola, il suo insegnamento.
E Gesù pronuncia una sola frase; una, una sola; ma dal contenuto straordinario: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato."
Ma ci rendiamo conto? Il Maestro e Signore dichiara che ora, adesso, proprio in questo momento, si realizza la Parola di Dio. Ora, adesso, proprio in questo momento, si avverano le antiche profezie. Ora, adesso, proprio in questo momento, si compiono le promesse di Dio.
Che meraviglia! Che gioia per tutti noi!
Per noi, che abbiamo camminato lungo l'intero Avvento vivendo la caccia al tesoro delle promesse che Dio ha fatto: ecco che oggi ci tocca la gioia stupenda di sentirci confermare da Gesù in persona: "Sì, è vero: ogni parola di Dio, ogni sua promessa, si realizzano in me!"
Credo che la breve frase pronunciata da Gesù può diventare una specie di talismano da portare con noi lungo la settimana. Quando ci sentiamo un pochino sfiduciati o scoraggiati, ripetiamo nel cuore e nella mente, con piena fede: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato."
Quando ci sembra di avere l'umore sotto la suola delle scarpe, quando ci sentiamo bloccati dalle paure o dai timori, quando abbiamo lo stomaco stretto dall'ansia o dalla preoccupazione, rincuoriamoci: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato."
Quando ci sentiamo schiacciati dalle delusioni o dalla fatica quotidiana, aggrappiamoci con fede a questa certezza, garantita dalla voce di Gesù: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato."/i>

Commento a cura di Daniela De Simeis