Omelia (24-01-2010) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Questa domenica è la domenica della Parola "annunciata" e proclamata dai profeti, vivificata e resa palpabile con Cristo Signore. Dio discorre con un popolo, il suo popolo, usando la sua Parola, nel Vecchio Testamento, significata, attraverso i profeti, nel Nuovo Testamento, attraverso Gesù di Nazareth. Quanto scritto sopra è verificabile nel brano del Vangelo di Luca, che oggi viene letto nel corso della S. Messa. In esso sono presentati due brani: il prologo e l'inizio della predicazione di Gesù. Ciò sta a significare che la Parola di Dio è in principio Scrittura, Libro santo e poi, negli ultimi tempi, Parola vivente per l'assemblea dei credenti. Il Dio di Abramo, di Isacco, di Gesù è un Dio che si rivela nella storia di ciascun uomo, di ciascun popolo, pertanto impariamo a leggere la nostra storia come parola di Dio, se vogliamo incontrarlo nel quotidiano e riconoscerci suo popolo, come ha fatto Israele al tempo di Neemia quando è tornato dall'esilio di Babilonia. In quella circostanza, la lettura ininterrotta della Bibbia, letta in assemblea e spiegata, diventa il fatto essenziale e prioritario per la ricostruzione della comunità lacerata e la ricerca della nuova identità nazionale del popolo che, non possiede più né casa né tempio ma ciò che gli resta è la parola di Dio che diventa tutto per esso. Qui la Bibbia non è solo ed esclusivamente " discorso di Dio", ma prevalentemente " discorso con Dio", per mezzo dell'interprete, da parte dell'assemblea che, si alimenta e beve la Parola, come si trattasse di " carni grasse e vini dolci". Abbeverati a un solo Spirito formiamo un solo corpo che ha molte membra. Pertanto unanimi possiamo e dobbiamo proclamare, con il salmista: " La legge del Signore è perfetta, rinfranca l'anima" perché " Le tue parole, Signore, sono spirito e vita...Signore, mia rupe e mio redentore". All'inizio della sua vita pubblica Gesù ritorna a Nazareth e, da ebreo osservante qual era, si reca di sabato nella sinagoga, dove si alza a leggere il rotolo del profeta Isaia e, a fine lettura dopo aver riposto e restituito il libro fa un brevissimo commento: " Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". Con queste brevi parole Gesù, secondo Luca, da inizio alla sua vita pubblica, nella sinagoga della città che lo ha visto crescere. La parola di Dio, proclamata dai profeti, si compie solo oggi perché, solo oggi, Parola annunciata e Parola vivente si identificano, come del resto tutte le Parole della Scrittura hanno in lui compimento, in quell'oggi eterno, in cui abita con il Padre e lo Spirito Santo. L'oggi di Dio è senza fine perché: mille anni sono come un giorno solo. L'uomo moderno non guarda al presente ma è rivolto troppo al futuro della materia oppure al passato da cui, come i negromanti cerca di trarre auspici per il futuro. Se vogliamo incontrare Dio dobbiamo guardare all'eterno presente che è in noi, nel fondo dell'anima, lì lo troveremo, mentre al di fuori troveremo solo somiglianze più o meno reali. REVISIONE DI VITA 1) Durante la preghiera del sabato Gesù, dopo aver letto il brano del profeta Isaia lo commenta dicendo: " Oggi si è adempiuta questa scrittura...". Crediamo veramente che queste parole sono rivolte anche a noi? 2) L'oggi del Vangelo è per noi il giorno di ieri che è passato quello di che deve ancora venire 3) In chiesa, durante l'omelia, siamo attenti a quanto va dicendo il sacerdote oppure riteniamo di avere noi qualcosa da dire del genere: ma come parla costui che sta al pulpito? Ancora non conclude? |