Omelia (03-01-2010) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Le tenebre o la luce? Il Natale del Signore ha giustamente il suo giorno, ma ha anche il suo tempo che lo precede e lo segue; ciò per consentirci di vivere e comprendere al meglio i grandi e reconditi significati di questa grande solennità. La liturgia di oggi, è la seconda domenica dopo il Natale, sin dalla prima lettura ci sollecita a desiderare ed invocare il dono della sapienza, lo Spirito Santo, la luce divina che ci aiuta ad immergerci nei contenuti del mistero dell'incarnazione con la fede che Dio stesso ci dona. Giustamente un salmista ci ricorda che occorre la Luce di Dio per vedere e godere della sua Luce: "Nella tua luce, Signore, vediamo la luce". L'intelligenza umana, per quanto acuta e sottile, deve inevitabilmente arrendersi dinanzi ai misteri divini. Occorre la sapienza, dono dello Spirito di Dio. Nella seconda lettura l'inno di San Paolo, tra i più belli e intensi dell'intera Bibbia, ci suggerisce il modo più idoneo per lodare e ringraziare Dio, il quale nella sua bontà, "Ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà". Sono questi in sintesi i meravigliosi doni che sgorgano per ciascuno di noi dal Natale e da tutta l'Opera che Cristo è venuto a meritare con la sua nascita, la sua vita, la sua passione, la sua morte e la sua gloriosa risurrezione. Siamo "figli" e possiamo chiamare Padre il nostro Dio che è nei cieli. Quando approdiamo al Vangelo, il famoso Prologo di Giovanni, anche se incontriamo un testo di altissima teologia, ci pare di poter comprendere a sufficienza l'incarnazione del Verbo, un discorso che ci richiama contemporaneamente al presepe e alla santa Eucaristia, evoca il significato dell'accoglienza e l'eventualità del rifiuto della luce, il poterci definire veramente figli di Dio riconciliarti con il Padre. Ci viene spontaneo anche cogliere il significato e l'urgenza della doverosa conversione e in fine il grande richiamo alla vera umiltà, richiamo che emana con forza da tutto il Natale. Ci deve indurre ad una riflessione sapiente e salutare l'alternativa tra le tenebre e la luce di cui parla San Giovanni. È un tema di grande attualità, decisivo per noi. |