Omelia (24-01-2010) |
don Carlo Occelli |
Appassioniamoci: ora! Eccoci finalmente al vangelo di Luca che d'ora in poi leggeremo con maggiore continuità. Abbiamo ancora in cuore, credo, la grande festa di Cana: l'incontro con il Dio di Gesù è una festa. Abbasso la rassegnazione e i musi lunghi! Il vangelo di Luca dunque: abbiamo letto due brani distinti. La prima parte è proprio l'inizio del suo vangelo, l'introduzione a tutto ciò che verrà scritto dopo. La seconda parte salta al capitolo quarto, quando Gesù entra nella sinagoga e inizia la sua predicazione pubblica. Prendiamoci un attimino per ammirare i primi versetti: Luca sostanzialmente ci dice: ragazzi, non sono qui a contare delle favolette, degli edificanti racconti sulla vita di un grande uomo di nome Gesù, tutte le fantasticherie che si sono dette su di lui, ma che non sono state mai provate. No, Luca è un tipo tosto e ci dice subito che ha fatto un lavoro storico preciso e dettagliato: "così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo". Insomma Luca ci dice che il vangelo è una cosa seria. E fa' un ottimo lavoro. Penso ad un aspetto molto semplice della nostra vita: quando amiamo qualcuno, quando conosciamo qualcuno magari da poco tempo e con lui instauriamo un rapporto di amicizia e conoscenza reciproca, cerchiamo di conoscerlo meglio possibile. Ma vale lo stesso con alte persone, a cui ci sentiamo molto uniti, e che conosciamo da tempo. Siamo avidi di notizie, ci informiamo: che cosa hai fatto? Chi hai visto? E con quella persona di cosa avete parlato?... Tutto ciò per entrare in un rapporto di intimità con l'altro. Anzitutto me lo immagino così Luca: mentre se ne va in giro a chiedere più informazioni possibili, con taccuino alla mano. E in lui cresce sempre di più il desiderio di saperne di più del maestro di Nazareth: si dice di quella volta che Gesù entrò in sinagoga e lesse le scritture ad alta voce. "Ah si?" - dice Luca - "Avanti raccontami com'è andata! E quale brano lesse? E quali furono le reazioni? E lui?..." Luca si appassiona, ci mette l'anima nel conoscere Gesù. Anzitutto per un motivo molto semplice che, immagino, tutti sappiate. Luca, medico di Antiochia, Gesù non l'ha mai incontrato. Ma dai! Figurati, era un evangelista, vuoi che non abbia conosciuto Gesù?! No. Luca, che vive appunto ad Antiochia, conosce Gesù attraverso San Paolo... e se ne innamora! Perdutamente! Eppure non l'ha mai visto dal vivo. Caro Luca, quanto mi sei vicino! Anch'io non ho mai visto Gesù in carne ed ossa, ma talvolta sono convinto che... beh... se avessi avuto anch'io la fortuna degli apostoli, se anch'io l'avessi sentito predicare o visto fare i miracoli, allora sarebbe tutto diverso, tutto mi sembrerebbe più vero! Ci crederei veramente! E invece Luca mi viene a raccontare che neppure lui l'ha visto, eppure gli ha cambiato la vita, per sempre. Eppure ha creduto! E noi: quanto conosciamo Gesù? Quanto ci appassioniamo nel conoscerlo? Siamo sinceri dai! Siamo estremamente pigri: noi cristiani sappiamo così poco di Gesù! Poi magari ci scaldiamo con i dibattiti televisivi, o con gli amici durante una cena, o con i colleghi per la questione della croce a scuola... ma quanto conosciamo Gesù? La fede è animata dalla ricerca, dalla passione di conoscere, indagare, sapere i minimi particolari... questo ci racconta Luca. Caro amico: se sei affascinato da Gesù, non smettere di ricercare, e non accontentarti! Indaga, conosci, approfondisci! Magari suona anche al campanello del tuo prete! E domandagli di parlarti di Gesù! Ci avete mai pensato? Ai preti domandiamo i sacramenti, l'aiuto per un posto di lavoro, di cambiare le date del catechismo, di occuparsi dei nostri figli, di portarci in vacanza a un prezzo low cost, di animare i giovani... e se gli chiedessimo ogni tanto di parlarci di Gesù? Sono battute paradossali eh... però pensaci! Ecco che Luca ci invita ad appassionarci, con cura, al nostro maestro! Mi sono dilungato un pochino, ma credo sia proprio importante riguadagnare sempre lo spirito della ricerca: con gioia eh!!! Dunque Gesù entra nella sinagoga, cambiamo pagina. E Luca, nella puntigliosità con cui vuole raccontarci gli avvenimenti, ci narra tutto come se usasse la moviola. Provate a rileggere quelle righe con calma, immaginandovi quello che sta accadendo, con una telecamera nascosta. La sinagoga è gremita come ogni sabato. Gesù è da un po' che non viene a Nazareth, si cominciano a raccontare alcuni episodi su di lui, ma nessuno sa bene cosa stia facendo. Eccolo che entra. Sento i suoi passi sulla terra battuta. Il poco brusio che c'era un attimo prima svanisce. Gli occhi di tutti sono puntati su di lui: studiano ogni movimento del suo corpo. Sa di essere osservato. (Signore Gesù, fammi sentire i tuoi passi. Fammeli riconoscere, i tuoi, tra i milioni di passi che odo. Fammi riconoscere i tuoi passi quando, ogni eucaristia, entri nelle nostre chiese, mischiandoti in mezzo alla folla, seduto nei banchi, mischiato alla gente comune.) Gli passano il rotolo della Scrittura... non perdo una parola... Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l'anno di grazia del Signore Sono povero... cieco... prigioniero... oppresso... Sei dunque venuto per me, Signore? E quando accadrà che mi libererai, inondandomi, di gioia? "OGGI... si è adempiuta questa scrittura..." OGGi. Buona settimana! |