Omelia (07-02-2010) |
don Carlo Occelli |
Leva l'ancora e prendi il largo! Leggendo questa pagina mi sono immaginato Pietro di nuovo su quelle rive del lago di Genesaret, mentre passeggia sulla spiaggia, la sera, ed osserva le barche ferme ed immobili, cullate appena da qualche lieve onda che provoca il suono del mare. Il sole tramonta all'orizzonte e lui si immerge nei ricordi, con una nostalgia carica di gioia e di gratitudine. Come accade anche a noi quando torniamo in quei luoghi carichi di ricordi, là dove qualche piccolo grande evento ci ha cambiato la vita. Ognuno di noi ha qualche luogo in cui felicemente ritorna per poter respirare nuovamente, a pieni polmoni, rigenerando la propria vita. Credo che Pietro tornasse volentieri proprio su quella riva, forse con qualche amico, forse da solo. Ora lo penso lì, con me. Me lo vedo mentre racconta, seduto sulla sabbia, lo sguardo rivolto a quelle barche illuminate dal sole calante. "E' qui che ci siamo incontrati, me lo ricordo come fosse ora. C'erano anche Giacomo e Giovanni. Eravamo a pezzi, tristi, stanchi, dopo una lunga notte passata a pescare invano. Nulla. Lì, accanto alle nostre barche, lavavamo le reti. Con calma, nel silenzio. Quando le cose vanno male, ti sembra di vivere a rallentatore. Quando sei preso dalla delusione, anche i tuoi movimenti si rallentano, diventano pesanti. Con in mano le reti, le passavamo, controllando i nodi, uno a uno... senza dire una parola, senza guardarci l'un l'altro pur consapevoli di non essere soli. Non c'era la voglia di tornarsene a casa a mani vuote, meglio prendersi del tempo. Ero deluso ed arrabbiato. E proprio mentre ero nel vortice dei miei pensieri, ecco avvicinarsi una gran folla che incalzava Gesù. Ci mancava pure tutta sta gente! Non sopporto la confusione quando non sono dell'umore giusto, e tantomeno tutti questi che se ne stavano a sentire le ultime storie di questo maestro. Non avevano niente di meglio da fare?! Poi questi rabbì, non gli basta farci la predica il sabato in sinagoga? No, ora se ne vanno pure a spasso a predicare, anche dove la gente lavora e suda dal mattino alla sera! Dicono belle parole per farsi applaudire, cercano nuovi adepti, discepoli che gli regalino il cervello... per una manciata di consenso e di prestigio. Ma io sono uomo di mare, bado ai fatti e a guadagnarmi la pagnotta. E questa notte non abbiamo preso nulla. Intanto la folla si avvicina. Si fermano proprio di fronte alla mia imbarcazione. Gesù guarda verso di noi, sale sulla barca e mi chiede di scostarmi un poco. Annuisco. Sorriso di circostanza, denti stretti. Voglia di mandarlo a stendere? A palate! Ma continuo con il mio lavoro, io. Sistemo taglio cucio lavo... e non posso fare a meno di ascoltare. Sistemo taglio cucio... ascolto... "Voi siete il sale della terra, ma se il sale perdesse il suo sapore...... - si entusiasma questo maestro parlando del regno -........ A che cosa paragoneremo il regno dei cieli? E' simile al lievito che una donna.....................". Certo parla bene questo Gesù, li ha incantati tutti. Sembra che abbia finito, ora congederà la folla e noi così saremo liberi di tornarcene a casa. E la folla si sciolse velocemente. Ma Gesù si voltò. "Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca". Non so che cosa mi accadde in quel preciso momento, in me c'erano sentimenti contrastanti, la voglia di accampare una scusa, di dirgli che se i pesci non avevano abboccato prima certamente non l'avrebbero fatto ora con il sole alto, era già tutto risistemato... eppure... eppure... quella sua fiducia... quelle sue parole... "Non abbiamo preso nulla, ma sulla tua parola getterò le reti." E mi ritrovai in un attimo indaffarato alla preparazione, i movimenti nuovamente veloci, sicuri, incalzanti... e gli altri con me... prendi il largo... Gesù se ne stava già seduto a prua ma continuava a guardarmi. Mi davo da fare come un ragazzino e nella mente mi rimbombavano quelle parole... prendi il largo... sistemavo-controllavo... prendi il largo... Tutto fu pronto in un batter d'occhio, rimaneva l'ancora da togliere... e partire. Issammo le vele e piano piano ci allontanammo dalla riva... io assorto... prendi il largo". Nella mia mente interrompo Pietro che si è fatto prendere dal suo raccontarmi. Forse c'è qualcosa che ancora ti tiene legato al porto, da troppo tempo! Domandati cosa ti impedisce di prendere il largo, se da troppo tempo la tua vita si è rallentata dopo qualche piccola o enorme delusione. Al fondo della notte, dopo una notte in cui non hai preso nulla e ti senti uno straccio, Gesù si avvicina a te con quelle parole: prendi il largo! E accadrà il miracolo, ma senza di te Dio non può fare nulla! Prendi il largo! Domandati come farlo! Ma non rimanere al porto crogiolato dagli interrogativi! Prendi il largo! Forse in questa settimana hai qualcuno da incontrare, qualcuno a cui parlare, qualcuno da aiutare... un gesto, una parola... che mancano da troppo tempo. Non lo so! Ma tu lo sai! Ascoltatevi una canzone che si intitola la linea d'ombra: "Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga è interessante mi offrono un incarico di responsabilità domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire... e quando passerà il monsone dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione." Leva l'ancora e prendi il largo! Buona settimana! |