Omelia (07-02-2010)
padre Mimmo Castiglione
Duc in altum! Prendi il largo!

E viene l'ora di operare la parola!
Mettere in pratica il suo programma battesimale.
Dopo i miracoli a Cafarnao che vuole trattenerlo,
e dopo l'annuncio a Nazareth che lo respinge,
giunge il momento di manifestare ciò che sa fare, ancora!
Tanta gente accorre. Gesù maestro siede intronizzato!
Profeta insegna dalla barca sapienza.
Non scelta a caso! Quella di Simone!
Che ancora veramente non l'ha incontrato.
E dopo l'annuncio l'invito:
Gettare le reti appena lavate.
Di nuovo. Di giorno! Rifiuto avventato.
Per poi, ammettendo il proprio fallimento, acconsentire!
Pesca abbondante! Riconoscimento del proprio peccato,
non suscitato dal dito puntato, quanto dall'aver incontrato amore!
Se non fosse stato per tutto quel pesce?! Avrebbe creduto?
Chiamata! Ora è Pietro: nome cambiato!
Lasciare tutto per stare con il maestro,
insieme agli altri arrivati, quelli dell'altra barca, in loro aiuto.
È la missione. Catturare uomini. Prendendoli per la vita!


Tanta gente va a trovare Gesù, presso il lago di Genesaret,
per ascoltarlo e ricevere consiglio, conforto, sostegno.

Mi ascolto.
Anch'io vado da Gesù, per ascoltare le buone notizie di cui ho bisogno:
parole di pace e di speranza, capaci di sottrarre potere alle mie paure.


Dopo l'annuncio, Gesù invita Pietro,
del quale aveva guarito la suocera,
e che ha faticato tutta la notte senza aver pescato nulla,
tempo sfavorevole,
a prendere il largo,
e calare nuovamente le reti in mare.
Pietro, dopo un primo momento di difficoltà e di rifiuto,
fidandosi della parola efficace di Gesù, otterrà pesca abbondante.
Apparentemente pareva che non c'era niente da tirar fuori, e invece?!
Nutrita pesca dunque nella Chiesa primitiva! Traboccante in futuro!

Mi ascolto: Gesù invita anche me a prendere il largo,
ad andare avanti, sempre e comunque,
nonostante i fallimenti, le amarezze e le delusioni.
A me la scelta di fidarmi della sua parola,
per sperimentare come i discepoli, frutti copiosi di vita.


Dopo la pesca miracolosa, Pietro si reputa indegno di tanta grazia,
e si inginocchia davanti a Gesù pregandolo di allontanarsi da lui,
cogliendo qualcosa di misterioso nella sua persona,
forse anche per tenerlo distante dalla sua vita,
e non farsi amare, per non coinvolgersi.
Dinanzi a tanta potenza ed a tanta grazia, come non rimanere attoniti?!
Il maestro lo invita allora a non aver paura, ed è sequela.
Lo fa pescatore di uomini, affidandogli il proseguimento della sua opera.

PREGHIERA

Pietà Signore,
per tutte quelle volte che non ho riconosciuto la mia povertà
e il mio bisogno di te.
Fa' che mai mi scoraggi
quando notti infruttuose appesantiscono il mio cammino.

Pietà per tutte le volte che ho pensato
che mi avevi inviato lì dov'era solitudine e morte,
ed invece poi ho sperimentato fecondità e compagnia.

Anch'io come Pietro mi inginocchio davanti a te Gesù,
manifestandoti la mia inadeguatezza ogni qualvolta sperimento la tua grazia.
E quante volte anch'io come Pietro ti ho chiesto di allontanarti da me
per non coinvolgermi. Signore pietà.

Signore Gesù non ascoltarmi
quando ti chiedo di allontanarti da me a causa della mia indegnità,
e la mia incoerenza non ti sia di impedimento per una pesca abbondante.

Purificami Signore,
e nonostante il mio limite accogli la mia povera disponibilità: manda me!
Aiutami ad acconsentire alla tua chiamata ed a rinunciare alle mie povertà
per accogliere le tue ricchezze.

Aiutami a comprendere che il miracolo che tu compi nella mia vita,
non è tanto la profusione di frutti,
quanto l'aver gettato le reti fidandomi della tua parola.

Possano le mie orecchie ogni mattina ascoltare le tue parole
che mi invitano a prendere il largo, e lavorare per te ancora,
che riempi le mie reti vuote!