Omelia (14-02-2010) |
padre Paul Devreux |
Commento Luca 6,17.20-26 Domenica scorsa abbiamo parlato dell'importanza dell'attualizzazione del Vangelo, nel senso che se si tratta di una buona notizia si deve concretizzare in qualche modo, per essere credibile. Per esempio: Pietro ha cominciato a credere veramente quando, da povero pescatore sconsolato, ha visto le sue reti piene di pesci. Solo allora ha cominciato a fidarsi e a seguire Gesù perché, se è vero che la speranza cristiana implica la risurrezione dei morti, come dice San Paolo nella seconda lettura, e quindi riguarda il futuro, è anche vero che abbiamo bisogno che si manifesti sin da oggi, per essere invogliati a seguire il Signore. Oggi leggiamo le beatitudini. Ognuna di esse è una promessa che Gesù fa', seguita da alcuni ammonimenti. Gesù dichiara beato il povero non in quanto tale, ma perché gli promette il regno di Dio. Beato chi ha fame perché sarà saziato, e cosi via. Sono tutte promesse che fa a coloro che lo stanno ascoltando e seguendo. Lo può dire perché s'impegna ad aiutare principalmente il povero, ma anche perché sa che dove c'è gente che lo segue, nasce la Chiesa, che è il regno di Dio in terra, e che è fatta di tante piccole comunità chiamate a promuovere la solidarietà, l'amicizia, la carità fraterna, la condivisione, e cosi la povertà può essere sconfitta. Noi lo vediamo anche in parrocchia: quando emerge un problema, se tutti se ne fanno carico, è più facile da risolvere e il povero di turno scopre di non essere solo. Anche gli ammonimenti ai ricchi non sono una condanna. Gesù non vuole dividere il mondo tra buoni e cattivi; vuole solo dirci di stare attenti a quelle cose che ci possono allontanare da lui, per non scoprirsi un giorno soli davanti alle difficoltà che a volte la vita ci riserva. In fondo Gesù altro non fa' che ribadire ciò che già aveva detto il profeta Geremia e il salmo 1: "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore allontana il suo cuore... Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia". In sintesi diciamo che, secondo le categorie del vangelo, beato è colui che ascolta e segue il Signore, perché ne sperimenta l'amicizia, e facendo parte di una chiesa, non è solo nel momento del bisogno. |