Omelia (16-02-2010)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
"Egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane".

Come vivere questa Parola?
Gesù mette in guardia i suoi discepoli da un pericolo incombente: quello di venire assimilati al modo di essere e di pensare dei farisei, che rappresentano gli intellettuali religiosissimi di quel tempo, e quel modo di essere e di pensare che era proprio dei pagani, di cui qui viene citato Erode.
Il lievito è quella sostanza che, anche in piccola quantità, fa fermentare una massa di farina in cui viene posta.
Gesù vuol dunque illuminare i suoi evidenziando la negatività di un subdolo modo di essere che è tutto invischiato di preoccupazioni e interessi personali e di un materialismo senz'anima, tipico dei pagani.
Ma quel che stupisce è l'assoluto disattendere le sue parole, tutti presi dalla preoccupazione di non avere di che mangiare. Trapela, dalle parole che seguono, tutta l'accorata delusione di Gesù. "Ma come, ancora non capite? Avete il cuore indurito?"
In fondo è proprio quel che capita spesso anche a noi. Ci abituiamo al suo "spezzare il pane di vita" nell'Eucaristia e non facciamo caso alle sue parole, cioè non le accogliamo nel cuore reso docile dallo Spirito e dunque propenso a metterle in pratica.
Il lievito della mentalità mondana in cui è l'interesse del denaro, della roba, del prestigio a dettar legge: quello riesce a insinuarsi in noi e a farci dimenticare di quanti segni e interventi salvifici è fatta la nostra storia di continuo rinnovata e vivificata da Gesù.

Signore, purtroppo anch'io non capisco ancora con quanto amore mi ami e penetri della tua grazia la mia vita. Aiutami, ti prego! Fa nuovo il mio cuore.

La voce di uno psicologo
Il bisogno di profitti della grande industria produttrice di beni di consumo col potere persuasivo dei media e della pubblicità trasforma l'uomo in un essere vorace, un eterno lattante che consuma sempre di più e per il quale tutto diviene oggetto di consumo. L'homo consumens vive nell'illusione della felicità, mentre inconsciamente soffre di noia e passività.
E. Fromm