Omelia (17-02-2010) |
padre Mimmo Castiglione |
Teshuva! Il ritorno! Nella buona e bella notizia di oggi, Gesù invita i suoi discepoli a vivere nella verità e senza ipocrisia le opere buone, in particolare la preghiera, il digiuno e l'elemosina. Liberi dalla preoccupazione di non riuscire ad essere i primi della classe. Liberi dall'ansia di dimostrare d'essere buoni e bravi. Fare l'elemosina per condividere e non per vanagloria. Pregare perché ne abbiamo bisogno e non per ostentare. Digiunare per mantenerci sobri e non per dimagrire. Mi ascolto. Penso a quante volte ho strumentalizzato queste opere, praticandole per essere ammirato dagli altri, per ottenere consenso e stima. Quale ricompensa aspettarmi?! Altro che segreto! Ho fatto sfoggio, non superando la giustizia degli ipocriti, che ho sempre giudicato con disprezzo. PREGHIERA Benedetto Gesù maestro, che m'indichi il volto del Padre nell'indigente, e m'insegni a rendergli il vero culto nel servizio ai bisognosi. Pietà di me o Padre, incapace di scorgere il tuo volto nel povero, nell'orfano e nella vedova, nell'oppresso e nel forestiero, nel debole e nel perseguitato, nell'afflitto e nell'abbandonato, nel disperato e nell'emarginato, nel misero e nel peccatore. Egoista rivolgo il mio sguardo altrove, quasi sempre al cielo, illudendomi di vederti, e dove invece incontro solo aria, la mia vanità. Educami tu o Dio compassionevole e buono alla gratuità. Abbi pietà di me, per tutte quelle volte che ho pregato, digiunato e fatto l'elemosina (del mio superfluo) per propiziarmi la tua benevolenza, per tenerti a bada e carpire i tuoi favori. Pietà di me o Dio, ho fatto di te il faraone d'Egitto: un esattore di tangenti da temere ed un tiranno di cui avere paura. Possa la consapevolezza della fragilità della mia condizione umana, farmi prendere coscienza del tuo essere diverso da me, e riconoscere che tu sei fatto di un'altra pasta, della quale non posso astenermi facendone beneficenza. |