Omelia (28-02-2010) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno "Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia." Come vivere questa Parola? "È bello per noi essere qui": sono i momenti in cui si fanno esperienze gratificanti di fede. Momenti in cui ci sembra che il cielo si sia fatto vicino ed è più facile, gaudioso credere. La tentazione è di voler impedire che questi attimi svaniscano. Come Pietro, Giacomo e Giovanni ci verrebbe da dire: Facciamo tre capanne". E invece il Signore ci addita un'altra strada: quella di cui aveva parlato poco prima ai discepoli e di cui tornerà a parlare poco dopo, cioè la via della croce in cui egli ci precede ma che ogni uomo è chiamato a percorrere. È quel "discorso duro" che induce molti ad abbandonare l'impresa, a ritirarsi delusi perché - come diranno i discepoli di Emmaus - "noi credevamo"... Si era andati a Dio con delle attese che riflettevano l'immagine che ci eravamo fatti di Lui: un Dio-rifugio, una specie di agenzia assicurativa che ci avrebbe messo a riparo dagli infortuni. E invece... Benedetta disillusione che ci costringe a cercare il vero volto di Dio, che ci mette dinanzi alle esigenze forti di una fede che si va svincolando da visioni infantili. Credere è innanzitutto riconoscere e accettare il non facile compito di "essere uomini", cioè, da un lato la nostra radicale povertà, dall'altro l'indiscussa grandezza che siamo chiamati a liberare. Un po' come da un blocco di marmo grezzo che imprigiona un'originale opera d'arte. Ci vorranno colpi di scalpello guidati da un'immagine già presente nell'artista: quell'impronta divina impressa in noi fin dalla creazione. Altro che fede-rifugio! Siamo chiamati a rimboccarci le maniche per collaborare con Dio all'edificazione di noi stessi! Concedimi, Signore, sprazzi di luce che mi permettano di non perdere di vista la meta, e coraggio di affrontare le asperità della salita. La voce di un poeta, pittore e filosofo libanese Credere è una bella cosa, ma mettere in atto le cose in cui si crede è una prova di forza. Sono molti coloro che parlano come il fragore del mare, ma la loro vita è poco profonda e stagnante come una putrida palude. Sono molti coloro che levano il capo al di sopra delle cime delle montagne, ma il loro spirito rimane addormentato nell'oscurità delle caverne. Kahlil Gibran |