Omelia (01-03-2010) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Misericordiosi come il Padre Nella grande veglia pasquale del Sabato santo il diacono o lo stesso celebrante, nel preconio, canterà: "O felice colpa, che meritò di avere un tanto nobile e grande redentore!". In queste parole troviamo la sintesi della nostra storia. Ci ricordano la nostra colpa, quella originale e quelle successive, con cui ci siamo allontanati da Dio. Ci ricordano soprattutto il suo intervento misericordioso, che culmina con la venuta di Cristo e la sua immolazione sulla croce per tutti noi. La misericordia è un dono gratuito, immeritato, che sgorga soltanto ed unicamente dall'amore infinito del Signore, un amore che non si arresta dinanzi al peccato, anzi, assume una intensità inattesa e insperata, proprio quando l'amore è offeso e ripudiato. Senza l'esperienza del peccato non avremmo mai potuto scoprire a fondo e tanto meno sperimentare, l'amore che perdona gratuitamente. Per questo, rasentando l'assurdo, osiamo dire «felice colpa!». Sulla scia di questa esperienza e di questa memoria, oggi ci sentiamo ripetere da Gesù: «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro». Non possiamo impunemente essere fruitori di perdono da parte di Dio e poi negarlo ai nostri fratelli. Suscita sdegno in noi il comportamento di quel servo, di cui parla il vangelo, a cui viene condonato un grosso debito e che poi afferra per il collo un suo conservo, che gli doveva solo pochi spiccioli. Noi rischiamo lo stesso comportamento quando, perdonati da Dio per i nostri debiti, non li rimettiamo ai nostri debitori. Gesù ci mette in guardia dai pericoli che insorgono spontaneamente in noi come pretesti per negare il perdono al nostro prossimo: sono il giudizio e la condanna. Mettiamo in atto soltanto la nostra povera logica e trasformiamo il perdono cristiano in codice penale. A quel punto la misura dell'amore diventa minuscola e volontariamente ci priviamo della misericordia divina: «Perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio». La grettezza dello spirito è capace di distruggere l'amore. |