Omelia (07-03-2010) |
don Luciano Sanvito |
Un fico...secco! La morte non è un avvenimento, ma un segno. Il morire non è quello che vediamo accadere nei fatti della cronaca o nelle persone che ci lasciano: questo è solo un segno. Un segno di qualcos'altro: la non conversione, il non dare frutto: questa è la vera e propria morte. La morte, ci dice il vangelo odierno, non è quella che vediamo, ma quella che soggiace a quello che vediamo: quella che non vediamo, ma molto più efficace: la morte della paura, della indifferenza, della non conversione, del non ascolto, del non dare frutti né di fede, né di speranza, né di carità. * Che frutti sto donando nel mio percorso quaresimale? * Che stile di vita sto intraprendendo all'inizio della mia giornata? * Su quale aspetto della vita necessito di una conversione urgente per non essere un morto della fede, un fico secco e improduttivo? Il richiamo alla tragicità degli eventi umani (crollo, terremoto, disastri vari,...) e alla improduttività di fronte alla presenza del Cristo rivela con chiarezza che c'è una morte in atto. * E io, dove sto? * Dove mi trovo ora nel cammino? * Che strada adesso sto percorrendo? * Che frutto sto cercando oggi di dare? Perire sotto le macerie o essere un fico secco da tagliare: è questo che avviene in me se non scopro urgentemente che cos'è il frutto della mia conversione. Forse mi accorgo che proprio di fronte alla Parola, io non so dare niente di quello che il Signore Gesù mi chiede osservandomi: niente, un fico secco! * Di fronte al suo sguardo, qual è la mia risposta? * Di fronte alla sua Parola, qual è la mia azione? * Di fronte a me stesso, qual è la mia situazione? "Conversione" Una parola che risuona e rimbomba nell'universo della fede, e la sconvolge, facendo crollare le ipocrisie, le abitudini della superficialità, le superficialità di una fede non attuata nella vita, le preghiere senza lo spirito dello Spirito, il culto che non raggiunge mai il cuore...tutto crolla come quella torre del Vangelo, e io rischio di morirci sotto. Una parola, la conversione, che è attuazione precisa, netta e decisa della recisione operata dalla scure posta alla radice, cioè al profondo della mia scelta di seguire o no il Cristo, di convertirmi a Lui o di ritrovarmi reciso dalla sua vita, con in mano il destino del fico secco, cioè di me stesso inaridito e destinato all'unico destino sicuro: la morte. Specchiandomi nel fico secco ritrovo allora l'importanza del mio vivere. |