Omelia (21-03-2010) |
don Luciano Sanvito |
La traccia del discernimento A che serve il peccato? A discernere chi è con Dio o contro Dio, e con la persona umana o contro la persona umana, ci dice il Vangelo. E chi crede di saperne di più, in questo campo del peccato, viene dichiarato per primo colpevole della propria superbia; chi non ne sa niente, viene dichiarato e attestato essere con Dio, e in comunione con il suo perdono, con il dono della sua presenza incarnata in Gesù. Chi discerne è il Cristo: solo in Lui c'è la traccia, il segno per capire dove, fin dove, quando, come e cosa è peccato e chi è peccatore. Ecco perché Gesù traccia il segno del discernimento sulla terra: ricrea la persona umana, e stabilisce il confine tra l'essere persona e il personalismo fatto di potere umano, di falsità, di ipocrisia. di giudizio e di prevaricazione. Segna la traccia sulla terra, e intanto viene definito nettamente e dichiarato chiaramente il cuore umano alla luce del cuore di Dio. Solo Gesù può tracciare questo segno sacerdotale, e solo in Gesù Cristo la Chiesa ripete il suo gesto profetico e regale: ridisegnare ogni volta il confine, la superficie morale, la 'pelle' spirituale della persona umana. Chi giudica reo di morte il fratello viene ridisegnato da quel gesto e dichiarato ufficialmente fratello della morte, destinato a scomparire dalla scena del confronto umano:"...uno dopo l'altro se ne vanno...". Chi è nel peccato viene ridisegnato perché la vita e non la morte abbia potere per un nuovo cammino:"...Va', e non peccare più!". |