Omelia (14-02-2010)
don Luciano Sanvito
Appartengo alle persone sole o a quelle "sole"?

Il ricco e il povero, il maledetto e il beato, il buono e il cattivo,...
Ci richiamano il nero e il bianco, l'alto e il basso, destra e sinistra,...

In effetti, non c'è mai una distinzione netta tra le due situazioni, ma esse si accompagnano sempre tra loro: "non sappia la tua destra quello che fa la tua sinistra", in una sorta di sapiente gestione, che sa proprio dello stile del "porgi l'altra guancia".

Sta di fatto che le due situazioni Gesù ce le descrive collegate e quasi equilibrate, come a dirci che dobbiamo sempre essere attenti nel districarci lungo il percorso della vita, perché spesso incontriamo in noi stessi anzitutto, e poi attorno e negli altri, le due situazioni unite, e spesso fuse insieme: c'è il buono apparente che è cattivo in realtà, il cattivo apparente che è buono interiormente, il ricco che è generoso e povero e il povero che si attacca prepotentemente alla sua povertà; c'è il ricco che è ricco in un senso e povero in un altro, ricco con qualcuno e povero con altri, ricco di qualcosa e povero di altro, ricco di altri e povero di sè,...e potremmo continuare con queste combinazioni che ci troviamo sul cammino della vita nostra e degli altri.

Ma a Gesù interessa che in questo percorso e in questa analisi, ognuno di noi risponda alla domanda insita nel Vangelo:
"TU CHE ASCOLTI: SEI SOLO O SEI SOLE?".
Rispondendo a questa sua domanda ci accorgiamo - ricchi o poveri - se stiamo vivendo nella nostra maledizione o nella sua beatitudine.