Omelia (07-02-2010)
don Luciano Sanvito
Il nulla divino anima il mondo

Dio ci raggiunge meglio quando le cose non vanno bene.
Quando tutto procede per il meglio, quando la barca è piena di pesci, Dio fa fatica a raggiungerci.

Parte proprio da questa situazione l'incontro tra Gesù e i discepoli: da ciò che non hanno, dalla delusione e dall'esaurimento delle forze, dal dire a se stessi: "non c'è più niente da fare..." ed aggiunge ancora la canzone: "...è stato bello sognare...".

Ma proprio nel mio niente si accosta il nulla di Dio: quel nulla che è l'inizio della creazione, cioè del tutto, della pienezza e di quella abbondanza descritta dalla pesca miracolosa.
Quel nulla divino che anima, pervade e orienta l'universo dell'uomo e dell'umano, rifondando il senso di una partenza in un modo nuovo.

Una "rifondazione" che porterà come frutto quasi l'affondare delle barche per il troppo peso della quantità ottenuta, a partire dal niente di prima.
Ma il punto chiave e orientativo della rotta della barca e del cuore dell'uomo sorge e si scorge solo quando constatiamo il nostro poco.

Perché?
Perché Dio corrisponde, nella sua origine per noi, cioè nell'apparire alla nostra mente, al nostro cuore, alla nostra anima, nella storia umana di ognuno e di tutti e di tutto come Colui che è "Nulla".
Un nulla che attraverso il soffio invitante dello Spirito diventa accoglienza della proposta del tutto: dal pescare all'essere pescati.