Omelia (17-01-2010)
don Luciano Sanvito
"Donna, ecco tuo Figlio!"

Le nozze tra un uomo e una donna, nei nostri matrimoni, avvengono nella piacevole festa religiosa e mondana che ben conosciamo...
Quelle di Cana, che richiamano lo sposalizio dell'anima con il Risorto, avvengono con lo scambio delle fedi sotto la croce; e solo la croce ne garantisce la fedeltà eterna, il sangue imperituro della gioia, l'esito benefico e salvifico, comunque sia l'apparenza delle cose.
Anche quando venisse a mancare il vino...

Ecco perché Gesù si rivolge a Maria chiamandola: "Donna" e non "Madre".
Proprio come sotto la croce, richiamando l'affidamento tramite il discepolo prediletto, immagine della Chiesa amante, che ripresenta il segno delle nozze cristiche (e non soltanto cristiane) nella storia concreta dei matrimoni, ma prima ancora nell'unità di amore tra l'anima nostra e l'anima di Cristo; una unione che nasce sotto la croce e si ripresenta nell'Eucarestia come segno e anticipo delle nozze eterne.

Acqua e vino a Cana richiamano, d'altronde, l'acqua e il sangue sgorgati dal costato del Crocifisso e generanti la gioia sacramentale.
Ancora per ricordarci che le nozze vere e proprie nascono da una croce, e non solo "sotto" la croce, ma anche "dentro" ogni croce che viviamo "con Cristo, per Cristo e in Cristo".
Potremmo dire, coniugando i due momenti (delle nozze di Cana e della crocifissione) che ora è Giovanni (la Chiesa amante) che nell'Eucarestia si rivolge con queste parole a Maria: "Donna, ecco tuo Figlio!".