Omelia (08-03-2010) |
don Luciano Sanvito |
La patria del profeta Il profeta è la misura della libertà e di chi vuol essere libero. Essere liberi e non condizionati nelle amicizie, nelle famigliarità, nelle patriotticità di ogni genere, non adescati dagli interessi, nelle regole. Tutte queste cose non sono in effetti negative, ma relative alla libertà, che è il valore che rende potente e gioioso il profeta, che in tutte esse passa, e le attraversa mostrando ciò che la profezia indica, cioè la ricerca del senso, del valore e degli ideali che necessitano in quel momento perché la patria dove noi viviamo sia davvero libera. Il profeta porta elettricità e magnetismo là dove la patria era adagiata su se stessa, dove il movimento della ricerca del senso e dei valori si stava perdendo amalgamandosi con la situazione del momento...e questa sembra proprio la nostra storia odierna, nella quale la profezia si è persa nei meandri della burocrazia, della celebrazione, dei riti, delle ripetizioni stagne, delle formulazioni ripetitive, delle non aperture del cuore, della mente e dell'anima. Il profeta scardina la patria e i suoi ideali, liberando dalle strutture della logica del già dato, del già fatto, del già assodato, delle false sicurezze e dei dogmi stabiliti dagli uomini e non da Dio; e proietta verso l'assoluto, verso il senso pieno, il valore autentico, superando l'ipocrisia. Ma questo è un compito arduo, anche per noi oggi: essere profeti nel mondo richiede la forza di superare l'egoismo dellle nostre false patrie. |