Omelia (13-03-2010)
don Luciano Sanvito
Una preziosa "differenza"

I nostri meriti e le nostre bontà, per assurdo, ma è anche vero, ci dice il Vangelo, sono proprio gli ostacoli ad amare, a pregare, ad essere veri.

Mentre il fariseo viaggia con una preghiera fuori di sè, verso Dio e verso gli altri portando dinnanzi a loro i suoi meriti e i suoi interessi, ecco che il pubblicano viaggia all'interno del sè, al cuore, escludendo ogni possibilità e lasciando solo a Dio l'ultima parola nella preghiera.

La giustificazione...
Per il fariseo è in base ai suoi meriti.
Per il pubblicano è sulla base del suo essere peccatore.

Giustificato...
Il fariseo si innalza sulla giustificazione, sopra l'azione di Dio.
Il pubblicano si immerge nella giustificazione, nell'humus di Dio.

A differenza...
Dio giustifica il fariseo, che non se ne rende conto, non apprezza.
Dio giustifica il pubblicano, che si dispone all'azione della salvezza.

Questa è la differenza.
Entrambi tornano a casa giustificati, l'uno a differenza dell'altro, in un modo estremamente differente: uno incosciente, l'altro consapevole.

Io mi accorgo di questa preziosa "differenza" quando vado a pregare?