Omelia (22-03-2010)
don Luciano Sanvito
La legge della vita

Applicare la legge contro gli altri, mai verso se stessi.
Questa è la nostra regola: applicare sugli altri le regole.

Concentrando quindi tutto sulla regola per la morte.
Evitando che la legge sia invece una regola per la vita.

Gesù instaura con questo gesto il sistema della vita, che non va contro, ma supera la legge fatta per la morte, ponendo in atto la misura, la legge del vivere umano: guarire se stessi attraverso la legge di come vivere.

Il peccato evidente e dichiarato certo che è peccato; ma esso nasconde dietro di sè e apre la strada a quel peccato nascosto che è ben più grave, perché difficile da dichiarare e da estirpare dal cuore.

Infatti, uno dopo l'altro, di fronte a Gesù se ne vanno; solo la donna resta a ricevere il perdono; perché gli altri no?
Non si erano riconosciuti peccatori proprio in quel momento?

Il peccato della donna è grave, ma viene perdonato da Gesù.
Il peccato dei suoi lapidatori è ben più grave, perché non solo non può essere perdonato, ma si è anche allontanato dal confronto, dalla possibilità di perdono, dall'incontro con la sorgente della salvezza.

Solo quell'adultera ora può mettere in atto la logica del perdono ricevuto.