Omelia (08-03-2010) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno "All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno". Come vivere questa Parola? Il Vangelo di oggi è la continuazione del discorso di Gesù tenuto nella sinagoga di Nazaret. Gesù proclama che le parole del profeta Isaia sono compiute. E mentre tutti si meravigliano delle sue parole, Gesù deplora: "Nessun profeta è accolto nella sua patria". Egli comprende che i suoi compaesani non sono disposti ad aprirsi alla fede per ricevere il dono di Dio. Rifiutano di ascoltarlo, bloccati dalla consapevolezza della sua origine e parentela. Gesù continua il discorso indicando che ci sono diverse modalità di ascolto della parola. Egli dà due esempi, riscontrati non fra gli ebrei, ma fra pagani stranieri: la vedova di Sarepta che ascoltò il profeta Elia, e Naaman il Siro che accolse la parola del profeta Eliseo. Chi ascolta e accoglie la parola con fede in Gesù, veramente fidandosi delle promesse di Dio, sperimenta la realizzazione, l'attualizzazione di quella Parola nell'oggi. Chi non ascolta con fede può sentirsi giudicato e reagisce difendendosi e mettendosi contro la Parola e contro Gesù. Nella mia pausa di contemplazione, rifletto sulla persona di Gesù, il Messia promesso. Attraverso l'ascolto e l'obbedienza al Padre, Gesù ha attualizzato in se stesso tutto il volere di Dio. Egli è il compimento di tutte le promesse. Ancora oggi, egli continua a farsi presente per salvarci nonostante le nostre esitazioni e debolezze. Dobbiamo solo abbandonarci senza riserve ad un ascolto fiducioso che porta ad una vita cristiana convinta. Signore Gesù, la tua Parola sia la nostra guida lungo il cammino: rendici attenti al tuo agire incessante nelle vicende della nostra storia. Amen! La voce di una guida spirituale Il segreto di San Francesco di Sales era di ‘toccare i cuori'. Se per caso non riusciva a convincere le intelligenze, aveva però la capacità di credere e di amare ... Allorché si desidera che le cose siano vere, si è assai vicino a trovarle vere. Henri Huvelin |