Omelia (26-03-2010) |
don Luciano Sanvito |
Legge e fede La tentazione di far tacere il messaggio del Vangelo è troppo grande per noi: abituati alle nostre realtà umane, come possiamo anche solo scomodarci per quelle divine? Stiamo troppo bene seduti sulle nostre poltrone morali, garantite da una soda spiritualità e da una religiosità a prova di bomba. Appena ci viene uno stimolo diverso, siamo pronti ad accumulare le pietre, anche se l'annuncio della gioia per noi è il massimo delle affermazioni: siamo figli di Dio! Dove c'è solo la legge, anche quella morale, dove la legge si discute, nessuno si converte, anzi...si diventa ancor più testardi nelle proprie idee e convinzioni, interpretando tutto quanto con lo sguardo legalista. Ecco allora i Giudei discutere con Gesù, interpretando a rigor di logica e secondo i loro schemi prefissati il messaggio di Dio, riducendolo a materiale di discussione per loro e di accusa per chi non la pensa come loro. E non credono. Dove non appare questa legge (ma c'è), ecco che la gente crede e si converte, constatando la sintonia del messaggio evangelico con la vita. Quando Gesù si ritira là dove c'era Giovanni Battista, ecco che la gente vede la continuità e l'accordo dei messaggeri e del messaggio stesso. E crede. Perché l'operazione del credere parte sempre e solo da chi si incontra. |