Omelia (19-01-2010)
don Luciano Sanvito
La legge del sabato

Quando la legge ci blocca alla legge.
E non ci permette di leggere la vita.


Il Vangelo ci richiama il grande pericolo della legge vissuta in se stessa e slegata dalla vita: quello del narcisismo.
Ci si osserva belli e buoni perché e solo perché osservanti di una legge, al punto che essa diventa la sola e unica regola della moralità, a scapito dell'umanità, che doveva essere il fine della legge.

Anche nella religione, avviene che il legalismo tende spesso a superare il valore umano della legge; la misura non è l'umanità alla quale la legge conduce, ma la stretta osservanza del rito, delle leggi, delle loro applicazioni, a scapito non solo dell'umanità della legge, ma ancor di più: a scapito di non vedere più nemmeno Dio.

Indirettamente, la questione del "sabato" ci rimanda alla nostra modalità del vivere il Giorno del Signore: la Domenica.
Ci dovremmo chiedere: come io santifico questo giorno?
Con la legge dell'osservanza del rito della messa?
Con le preghiere formulate a memoria?
Con il non fare dei lavoretti o dei lavori?
Con l'andare a spasso?


Al di là delle regole e dei riti sacri e umani, qual è il senso della Domenica, se non in riferimento non a me, non a noi, ma a un Altro?