Omelia (22-06-2003) |
don Roberto Rossi |
Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo E' la festa del Corpo e Sangue del Signore, di Cristo Signore vivente nell'Eucarestia. Ho pensato che quest'anno può essere una cosa buona riprendere per la meditazione, la contemplazione, la preghiera, alcuni brani dell'Enciclica che il S. Padre ci ha donato nel giovedì santo scorso. Può essere utile seguirne i passaggi fondamentali e lasciarsi andare alla profondità del mistero dell'Eucarestia, come indica il documento. Gesù è con noi tutti i giorni. Scrive il Papa: "La Chiesa vive dell'Eucaristia. Questa verità non esprime soltanto un'esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa. Con gioia essa sperimenta in molteplici forme il continuo avverarsi della promessa: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20); ma nella sacra Eucaristia, per la conversione del pane e del vino nel corpo e nel sangue del Signore, essa gioisce di questa presenza con un'intensità unica. Da quando, con la Pentecoste, la Chiesa, Popolo della Nuova Alleanza, ha cominciato il suo cammino pellegrinante verso la patria celeste, il Divin Sacramento ha continuato a scandire le sue giornate, riempiendole di fiduciosa speranza". L'Eucarestia è la fonte e il culmine. "Giustamente il Concilio Vaticano II ha proclamato che il Sacrificio eucaristico è «fonte e apice di tutta la vita cristiana». «Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e pane vivo che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita agli uomini». Perciò lo sguardo della Chiesa è continuamente rivolto al suo Signore, presente nel Sacramento dell'Altare, nel quale essa scopre la piena manifestazione del suo immenso amore". Stupore e contemplazione davanti a Cristo. "Questo «stupore» eucaristico desidero ridestare con questa Lettera enciclica. Contemplare il volto di Cristo, e contemplarlo con Maria, è il «programma» che ho additato alla Chiesa all'alba del terzo millennio, invitandola a prendere il largo nel mare della storia con l'entusiasmo della nuova evangelizzazione. Contemplare Cristo implica saperlo riconoscere dovunque Egli si manifesti, nelle sue molteplici presenze, ma soprattutto nel Sacramento vivo del suo corpo e del suo sangue. La Chiesa vive del Cristo eucaristico, da Lui è nutrita, da Lui è illuminata. L'Eucaristia è mistero di fede, e insieme «mistero di luce». L'Eucaristia, presenza salvifica di Gesù nella comunità dei fedeli e suo nutrimento spirituale, è quanto di più prezioso la Chiesa possa avere nel suo cammino nella storia. L'Eucarestia rende attuale il sacrificio di Cristo. «Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito» (1 Cor 11, 23), istituì il Sacrificio eucaristico del suo corpo e del suo sangue. Quando la Chiesa celebra l'Eucaristia, memoriale della morte e risurrezione del suo Signore, questo evento centrale di salvezza è reso realmente presente e «si effettua l'opera della nostra redenzione». Mistero grande, Mistero di misericordia. Che cosa Gesù poteva fare di più per noi? Davvero, nell'Eucaristia, ci mostra un amore che va fino «all'estremo» (cfr Gv 13, 1), un amore che non conosce misura". L'Eucarestia è sacrificio ed è banchetto. "Il Sacrificio eucaristico è di per sé orientato all'unione intima di noi fedeli con Cristo attraverso la comunione: riceviamo Lui stesso che si è offerto per noi, il suo corpo che Egli ha consegnato per noi sulla Croce, il suo sangue che ha versato in remissione dei peccati". Il nostro amore a Cristo presente nell'Eucarestia. "Il culto reso all'Eucaristia fuori della Messa è di un valore inestimabile nella vita della Chiesa. Tale culto è strettamente congiunto con la celebrazione del Sacrificio eucaristico. La presenza di Cristo sotto le sacre specie che si conservano dopo la Messa deriva dalla celebrazione del Sacrificio e tende alla comunione, sacramentale e spirituale. Dobbiamo incoraggiare, anche con la testimonianza personale, il culto eucaristico e la sosta adorante davanti a Cristo presente sotto le specie eucaristiche". È bello intrattenersi con Lui e, chinati sul suo petto come il discepolo prediletto (cfr Gv 13, 25), essere toccati dall'amore infinito del suo cuore. Se il cristianesimo deve distinguersi, nel nostro tempo, soprattutto per l'«arte della preghiera», come non sentire un rinnovato bisogno di trattenersi a lungo, in spirituale conversazione, in adorazione silenziosa, in atteggiamento di amore, davanti a Cristo presente nel Santissimo Sacramento? Quante volte, miei cari fratelli e sorelle, ho fatto questa esperienza, e ne ho tratto forza, consolazione, sostegno!" Con l'Eucarestia in cammino verso l'eternità, ma profondamente impegnati nelle situazioni della storia concreta dell'umanità. "L'Eucaristia dà impulso al nostro cammino storico, ponendo un seme di vivace speranza nella quotidiana dedizione di ciascuno ai propri compiti. Se infatti la visione cristiana porta a guardare ai «cieli nuovi» e alla «terra nuova» (cfr Ap 21, 1), ciò non indebolisce, ma piuttosto stimola il nostro senso di responsabilità verso la terra presente. Desidero ribadirlo con forza all'inizio del nuovo millennio, perché i cristiani si sentano più che mai impegnati a non trascurare i doveri della loro cittadinanza terrena. È loro compito contribuire con la luce del Vangelo all'edificazione di un mondo a misura d'uomo e pienamente rispondente al disegno di Dio. Molti sono i problemi che oscurano l'orizzonte del nostro tempo. Basti pensare all'urgenza di lavorare per la pace, di porre nei rapporti tra i popoli solide premesse di giustizia e di solidarietà, di difendere la vita umana dal concepimento fino al naturale suo termine. E che dire poi delle mille contraddizioni di un mondo «globalizzato», dove i più deboli, i più piccoli e i più poveri sembrano avere ben poco da sperare? È in questo mondo che deve rifulgere la speranza cristiana! Anche per questo il Signore ha voluto rimanere con noi nell'Eucaristia, inscrivendo in questa sua presenza sacrificale e conviviale la promessa di un'umanità rinnovata dal suo amore. Nel racconto della «lavanda dei piedi», Gesù si fa maestro di comunione e di servizio (cfr Gv 13, 1-20). L'apostolo Paolo qualifica "indegno" di una comunità cristiana il partecipare alla Cena del Signore, quando ciò avvenga in un contesto di divisione e di indifferenza verso i poveri (cfr 1 Cor 11, 17–22. 27-34)". L'Eucarestia trasforma la vita. "Tutto questo comporta, per quanti partecipano all'Eucaristia l'impegno di trasformare la vita, perché essa diventi, in certo modo, tutta «eucaristica». Proprio questo frutto di trasfigurazione dell'esistenza e l'impegno a trasformare il mondo secondo il Vangelo fanno risplendere la tensione "escatologica" della Celebrazione eucaristica e dell'intera vita cristiana: «Vieni, Signore Gesù!» (Ap 22, 20). |