Omelia (15-03-2010) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno "Così dice il Signore: Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra, non si ricorderà più il passato non verrà più in mente perché si gioirà di quello che sto per creare". Come vivere questa Parola? Il profeta Isaia annuncia lo splendore di una novità che coinvolge cielo e terra, inondandola di gioia. Collocata nel tempo liturgico che è preparazione prossima a celebrare e a farci vivere il mistero pasquale, centro vitale del nostro credere sperare e amare, questa pericope è chiaramente allusiva all'evento più grande della storia: Dio che ama a tal punto l'uomo non solo da farsi uomo, ma da caricarsi di tutti i suoi peccati, i suoi mali, i suoi dolori. Come? Attraverso la più ignominiosa delle morti: quella sul patibolo infame della croce ma anche per mezzo della vittoria più sbalorditiva su ogni morte: la resurrezione. Ecco la vera novità, senza la quale anche il cristianesimo sarebbe un'illusione. A volte, ecco, è proprio il senso di questa solare novità che ci manca, quando ci lasciamo deprimere da molte cose che effettivamente sono negatività in noi e negli altri. Quando questo avviene, è certo perché manca una cosa di fondo: il contatto il più possibile continuo con Gesù che, "per la fede (lo dice S.Paolo) abita in noi". Lo perdiamo di vista nella nostra vita stressata e superattiva. Così stiamo spesso a rimpiangere il passato (il vecchio!) e non ci accorgiamo che lì, al centro della nostra persona amata da Dio, c'è la sorgiva continuamente nuova del suo amarci per primo, indipendentemente dal vecchiume che ci portiamo addosso e che lui dissolve. Nella mia pausa contemplativa, oggi, fisso gli occhi su Gesù, novità infinita di amore. Egli mi dà un comandamento che lui stesso chiama nuovo: amatevi come io vi ho amato. Signore, fa attento l'occhio del cuore alla tua novità e rendi possibile a me di perdere quel che in me è vecchio seccume incapacità di amare. Dammi di vivere il tuo precetto col tuo amore. La voce di un mistico Tutto deve ancora avvenire nella pienezza: storia è profezia sempre imperfetta. David Maria Turoldo |