Omelia (08-06-2003) |
don Romeo Maggioni |
Alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo L'avvenimento vistoso capitato a Gerusalemme cinquanta giorni dopo la Pasqua segna l'avvio della missione della Chiesa, mossa dallo Spirito santo, a portare a tutti gli uomini l'annuncio delle "grandi opere di Dio". Gesù aveva presentato lo Spirito santo come il "Paraclito", colui cioè che avrebbe preso il suo posto a fianco dei discepoli per sostenerli nella loro missione. Ed ecco, dopo la risurrezione, Gesù riconfermare quel dono: appare nel cenacolo, invia gli apostoli e "alita" su di loro lo Spirito santo, quasi un preludio della Pentecoste, a sottolineare che è Lui risorto a fondare la Chiesa, per suo mandato e per il dono del suo Spirito. 1) LA MISSIONE La prima parola che Gesù risorto dice è: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". Gesù tutto ha ricevuto dal Padre, e ora tutto consegna agli apostoli e alla Chiesa perché ne prolunghi la presenza e l'opera nel mondo. C'è una concatenazione diretta tra l'incarnazione del Figlio di Dio e la missione degli apostoli: "Come il Padre ha amato me, anch'io ho amato voi" (Gv 15,9); tutto quello che ha udito dal Padre l'ha fatto loro conoscere; la vita stessa che ha ricevuto dal Padre l'ha comunicata loro. La Chiesa è il vero prolungamento di Gesù nel tempo, come Gesù è stato la manifestazione del Padre: Gesù è sacramento del Padre, la Chiesa è sacramento di Gesù. E' una identica missione che parte dal Padre, passa in Gesù e si dilata attraverso la Chiesa. Per questo Gesù ha dato loro delle consegne precise: "Andate e ammaestrate tutte le genti, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28,19-20). "Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato" (Lc 10,16). In particolare devono essere "testimoni della sua risurrezione" e dei fatti salvifici avvenuti a Pasqua. E di questi, devono continuare il segno che li ripresenta lungo la storia, l'Eucaristia: "Fate questo in memoria di me". Ma la consegna più vistosa è quella richiamata oggi: "A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi". Un vero potere che si pone come mediazione visibile tra la coscienza di ognuno e la salvezza di Dio. Per questo oggi dobbiamo rinnovare la nostra adesione alla Chiesa: "Non può avere Dio per Padre chi non ha la Chiesa per madre", diceva san Cipriano. E' essa il sacramento, cioè il segno e lo strumento dell'incontro di ogni uomo con Dio e dell'unità degli uomini tra di loro (cfr. LG 1). Ma è giusto precisare che non è a degli uomini cui noi crediamo: questi sono solo portavoce e intermediari di Cristo. Nella misura in cui gli sono fedeli, sono la vera Chiesa di Cristo; non possono cambiare né aggiungere nulla di ciò che ha stabilito Lui. Del resto, non è per forza propria che la Chiesa può agire. L'avvenimento di Pentecoste che oggi ricordiamo dice quale sia l'anima e la vitalità profonda di questa Chiesa di Cristo. 2) LO SPIRITO SANTO "Alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito santo": ecco la radice della fecondità apostolica. E da quel momento, da discepoli impauriti vennero fuori apostoli esplosivi. Non è da loro, dalla loro capacità umana, ma da quell'intervento trasformante e permanente iniziato a Pentecoste che nasce l'efficacia della Chiesa. Il verbo "alitare" usato qui richiama la creazione dell'uomo (cfr. Gen 2,7), a dire che una nuova creazione qui avviene, per trasformare radicalmente questi uomini ed elevarli all'altezza dell'opera sovrumana cui Gesù li incammina. Gesù l'aveva promesso: "E' lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla" (Gv 6,63); per questo le parole che gli apostoli diranno - come del resto quelle di Gesù - "sono spirito e vita", cioè hanno una efficacia capace di cambiare la vita. Quel giorno a Pentecoste sono risultate sorprendentemente parole capaci di unità: "Cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi", e ciascuno li udiva annunciare nella propria lingua nativa le grandi opere di Dio, nonostante fossero di diverse nazioni. E' il primo affetto dell'opera dello Spirito. "Oggi - diciamo nel prefazio - la confusione che la superbia aveva portato tra gli uomini è ricomposta in unità dallo Spirito santo, e gli apostoli accolgono la professione di un'unica fede". "In realtà - spiega san Paolo nella seconda lettura - noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo". E' l'accettazione di un solo progetto d'umanità che ci può rendere uniti nei valori e nei giudizi; o se si vuole, è il riconoscimento di un solo Signore che ci può rendere tutti uguali e concordi. Questo è opera dello Spirito: "Nessuno può dire: Gesù è Signore, se non sotto l'azione dello Spirito santo". Non per appiattirci tutti sotto un solo padrone, ma per valorizzare a integrazione reciproca le diversità d'ognuno. Proprio questa superiore strategia è l'opera dello Spirito santo: "Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune". La Chiesa è questo organismo vitale mosso e coordinato da un'anima grande e forte che è lo Spirito santo, per formare l'unica famiglia di Cristo: "Come infatti il corpo, pur essendo uno ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo". Lasciamoci anche noi guidare da questo Spirito che sa valorizzare capacità diverse per rinnovare la faccia della terra! ****** Ecco come pregava Atenagoras il giorno di Pentecoste: "Vieni, Spirito santo! Senza di te, Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo una lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l'autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un arcaismo, l'agire morale un agire da schiavi. Con te il cosmo è nobilitato, il Cristo risorto si fa presente, il Vangelo si fa potenza e vita, la Chiesa diventa una comunione, l'autorità si trasforma in servizio, la liturgia è memoriale vivo, l'agire umano un paese di libertà". Nel Cenacolo c'era Maria ad accogliere coi discepoli il dono dello Spirito santo. Lei, investita dallo Spirito, ha generato il Cristo fisico nel giorno dell'annunciazione; qui, ancora con lo Spirito santo, collabora a generare il corpo mistico di Cristo che è la Chiesa. Madre quindi della Chiesa. E' lo Spirito che rende feconda la nostra missione; ma è Maria che ci è di modello e di aiuto per divenire docili allo Spirito santo. |