Omelia (05-06-2007)
don Luciano Sanvito
Giusti tributi

A Cesare quello che è di Cesare,
a Dio quello che è di Dio.

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Il mondo lo si vive bene con tutte le sue realtà annesse e connesse proprio quando lo viviamo tributandogli la giusta misura, non evadendo la tassa dell'essere nel mondo, non esagerando nell'appropriarci delle realtà terrene.
La giusta misura dell'appartenenza al mondo ci fa pagare e riscuotere il tributo per essere degni di essere accettati e di accettare a nostra volta il mondo e tutte le sue realtà.
La giusta misura dell'appartenenza al Regno di Dio ci fa essere partecipi nel giusto valore, senza venir meno nel pagare con la vita, né esagerando nell'esaltare un Regno di Dio, ma testimoniando la situazione del Regno di Dio in noi con estrema naturalezza.
Questo è il tributo del Regno di Dio, ricevuto da noi e da donare a Lui.

La cittadinanza equilibrata tra i due Regni: della terra e del cielo, ci fa essere, come dice la lettera a Diogneto:..."nel mondo ma non del mondo", in quanto paghiamo il tributo e lo riscuotiamo in beni sia in uno che nell'altro dei Regni nei quali ci troviamo a vivere.

Dare a Cesare è un dovere, che ci fa essere pienamente noi stessi; dare a Dio è un diritto, che fa essere pienamente Dio in noi.
MA SE NON DIAMO, SIAMO ANCORA IN BALIA DI NOI STESSI.