Omelia (18-06-2009)
don Luciano Sanvito
Pregare "naturalmente"

"A FORZA DI PAROLE..."
Quante parole sprecate nelle nostre preghiere, e che si perdono dalle nostre bocche, appena a dieci centimetri dal nostro pronunciarle.
Forze sprecate, che illudono e ci contentano al momento, ma non toccano e non interessano né il cuore di Dio né il nostro.
E' come se spingessimo dentro un cappone il ripieno...
A forza schiacciamo dentro tutto quello che ci sta, fin che è pieno e ben pieno, e così abbiamo il prodotto come lo volevamo e anche pronto per essere cucinato.
Così, spesso, le nostre preghiere sono "incapponate" dal nostro ripieno.
Buone, succose, piacevoli e gustose...MA TUTTA PIETANZA NOSTRA.

La vera PIETA' non è una pietanza, ci dice il Vangelo: è un'opera.
Dire una preghiera è accompagnato sempre al fare e farci preghiera.
Ecco il senso del Padre Nostro.
Una guida, per tutte le preghiere.
Perché la preghiera parta dal dire, ma sia nello stesso tempo un fare e un farsi con Dio nell'azione, nel dire, nel pensare, nel pregare...senza alcuna forza.
La preghiera del Padre Nostro esprime la natura della preghiera: essa è naturale, sintonia con Dio, sintonia con il prossimo...e con noi stessi.
"La preghiera ci fa diventare quello che siamo" NATURALMENTE

L'INVITO DEL VANGELO E' QUELLO DI PASSARE DA UNA PREGHIERA CONTRO NATURA ALLA NATURA DELLA PREGHIERA.