Omelia (21-03-2010)
don Roberto Rossi
Posso scagliare pietre?

Giungono gli scribi e i farisei, e portano con loro una donna sorpresa in adulte­rio. La mettono in mezzo al circolo tra Gesù e la folla. Se­condo la legge, questa donna deve essere lapidata. E chiedono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne di­ci?». Era una provocazione, una trappola. Se Gesù avesse detto: «Applicate la legge», gli scribi avrebbero detto alla fol­la: non è così buono come sembra, perché ordina di uccide­re la donna. Se Gesù avesse detto: «Non uccidetela», avreb­bero detto: «Non è così buono come sembra, perché non os­serva la legge!». Sotto l'apparenza di fedeltà a Dio, mani­polano la legge e si servono di una donna per poter accusa­re Gesù.
Alla domanda insistente Gesù risponde: "Chi è senza peccato, scagli la prima pietra". La risposta di Gesù sconvolge gli avversari. I fa­risei e gli scribi si ritirano, pieni di vergogna, uno dopo l'al­tro, «a cominciare dai più anziani». Succede il contrario di ciò che volevano. La persona condannata dalla legge non era la donna, ma loro stessi che credevano di essere fedeli al­la legge. E alla fine Gesù rimane solo con la donna. Gesù si alza, si dirige verso di lei: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Lei risponde: «Nessuno, Signore». E Gesù: «Neanch'io ti condanno; va', e d'ora in poi non peccare più»! Gesù non permette a nessuno di usare la legge di Dio per condannare il fratello o la sorella, quando lui stesso è peccatore. Chi ha una trave nel proprio occhio, non può accusare chi nell'occhio ha solo una pa­gliuzza. «Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allo­ra ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello» (Lc 6,42).
Questo episodio, meglio di qualsiasi altro insegnamento, rivela che Gesù è la luce del mondo (Gv 11,12) che fa ap­parire la verità. Fa vedere ciò che è nascosto nelle persone, nel loro intimo. Alla luce della parola di Gesù, coloro che sembravano essere i difensori della legge, si rivelano pieni di peccato e loro stessi lo riconoscono, e se ne vanno, comin­ciando dai più anziani. E la donna, considerata colpevole e meritevole della pena di morte, è in piedi dinanzi a Gesù, assolta, redenta, piena di dignità.
Il gesto di Gesù la fa rinascere e le restituisce dignità come donna e fi­glia di Dio.