Omelia (01-08-2009)
don Luciano Sanvito
La testa di Giovanni

La testa di Giovanni...
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Erode imprigiona Giovanni, ma non lo fa morire.
Lo tiene prezioso e lo ascolta, nonostante la diversità.

Solo per un atto di piacere la morte ha il prevalere sulla situazione.

Erode deve accondiscendere a un desiderio di morte che non approva.
Ma la logica del piacere che ha condotto alla morte ormai lo obbliga.
Nessun tesoro è più grande che non opprimere quello che rovina il proprio tesoro, il proprio piacere, la propria ambizione.
Ecco perché alla richiesta del re, fosse anche la metà del suo regno, si preferisce eliminare la realtà che intacca il nostro piccolo regno.

Tagliare la testa...
Anche agli altri, per noi, diventa occasione per poter agire indisturbati, senza che nessuno ci dia il fastidio della coscienza che può mettere in discussione quello che facciamo.

Tagliare la testa, invece di ascoltare e di rapportarsi con quello che da quella testa esce come provocazione per noi, è la tentazione che anche per noi oggi è attuale e immediata: via da noi tutto quello che ci ostacola!

LA TESTA DI GIOVANNI E' SIMBOLO DELLA NOSTRA ORMAI PERSA