Omelia (06-07-2003) |
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Tutti responsabili nella Chiesa Come discepoli di Cristo, noi dobbiamo accogliere il suo messaggio, e trasmetterlo dopo averlo accolto. Dovere, ahimè, non sempre compreso! Quanti cristiani battezzati si ostinano in una passività che non ha nulla a che vedere col dinamismo di una fede autentica. - Accogliere il messaggio evangelico. Sono duemila anni che Cristo l'ha portato agli uomini da parte del Padre suo. Duemila anni che non cessa di risuonare, trasmesso dai profeti, cioè dai pastori della chiesa. Siamo attenti ad accoglierlo, anche se quelli che hanno ricevuto l'incarico ufficiale di annunciarlo non hanno il prestigio dell'eloquenza, della scienza, e neppure quello della santità? Cristo non ha voluto anche lui apparire nella figura di un uomo mortale, soggetto alle debolezze della condizione umana? Abbiamo almeno quel tanto di umiltà, di semplicità di spirito e di fede, da passar sopra alle imperfezioni dei messaggeri evangelici, e, come dice san Paolo, "di accogliere la loro parola, come la parola di Dio, quale veramente è"? - Trasmettere il messaggio. Forse per troppo tempo la pastorale ha lasciato credere ai fedeli che essi non avevano altro da fare che ascoltare la parola di Dio e di conformarvi la loro condotta. Errore, o per lo meno grave omissione! Ogni cristiano, in realtà, ha la missione, in quanto battezzato, di continuare l'opera di Cristo e di lavorare con lui per la diffusione del regno di Dio, dovunque egli sia, nella famiglia, nel posto di lavoro, nella scuola, nel suo ambiente abituale, quali che siano le sue attitudini, la sua cultura, la sua professione. "Nella chiesa tutti sono responsabili". Questo è il vero motto! |