Omelia (02-04-2010)
padre Mimmo Castiglione
Il canto del galletto Narciso!

Nello scrigno dei miei preziosi un gallo!
Mi fa sempre compagnia, canta spesso in allegria.
Ed io piango con singhiozzi che non vogliono finire!


Memoria del giorno più bello della nostra vita!
O almeno così dovrebbe essere!
È la festa della buona e bella notizia!
Qualcuno ci ha amato così tanto da dare la sua vita per noi!
Qualcuno c'è stato. Esiste ancora.
L'amore vero non tramonta mai!

PREGHIERA

Signore Gesù, grazie per tanto amore, grazie perché ti sono prezioso.
Aiutami a riconoscermi nella tua parola,
nei personaggi che hai incontrato durante la tua vita,
durante la tua passione d'amore,
per poter contemplare il tuo sguardo misericordioso, e nutrirmene.

Insegnami a scorgere il tuo sguardo che ha incrociato quello di Pietro impaurito,
che prima si sentiva forte, faceva il galletto, l'eroe.
Non ti avrebbe mai abbandonato, diceva.
Sarebbe morto per te, diceva! E invece, il gallo cantò!
In Simon Pietro mi riconosco ogni volta che ti rinnego,
e mi rivedo in tutta la mia debolezza.

Insegnami a comprendere il tuo sguardo
che ha cercato Giuda per salvarlo dal suicidio.
Non sei riuscito ad impedirglielo, non ha voluto ascoltarti,
non ha voluto lasciarsi graziare.
Eppure, i piedi li avevi lavati anche a lui!
I piedi se li era lasciati lavare pure lui!
Tanto amore per te, si è trasformato in desiderio di morte
per averti consegnato.

Quando ci si ritrova sfiniti per l'ansia della vita,
spossati per l'immagine da mantenere,
bastonati dalla propria coerenza,
che si può fare se non lasciarsi amare?!
Caro fratello Giuda, perché hai scelto proprio il bacio per tradire?!
Perché non ti sei lasciato perdonare?

Gesù, sento che mi guardi con lo stesso sguardo
con cui hai guardato Pietro e cercato Giuda,
anche quando desidero non essere guardato da nessuno.
Il tuo sguardo rifiuto in nome della mia realizzazione e della mia autonomia.
Il tuo sguardo che sempre mi perseguita, che m'insegue,
non come lo sguardo di chi spia, s'intende, ma che non mi da tregua.
Non cessi di amarmi, Signore, ed io mi commuovo per tanta tua caparbietà,
e piango amaramente!

Come non riconoscere il tuo interesse per me,
nei momenti più tristi della mia esistenza,
quand'ero nel bisogno, solo, in mezzo a tanta carestia ed abbandono,
affamato di consolazione?!
Come dimenticare la compagnia del tuo sguardo.
Come non tenere conto di quando, per evitarmi la vergogna,
non mi hai guardato per un istante, per non farmi arrossire?!
Come scordare tutte le volte che mi hai accompagnato col tuo sguardo
sostenendo la mia croce?!
E quanti Cirenei ho da ringraziare?!

Gesù, lì sotto la tua croce, tutti ti guardano.
Incontri gli sguardi di chi bestemmia, di chi t'insulta, di chi deride.
Tra tanta incomprensione e scherno, incontri anche e meno male,
lo sguardo di chi t'ama, di chi è rimasto.
Cerchi lo sguardo di quanti t'hanno abbandonato e son fuggiti.
Dove saranno? Riesci a vederli?
Li trovi immersi nelle lacrime del rimorso ed il desiderio di morire?
Riuscirai a salvarli? Almeno quelli! Il tuo sguardo è di pietà sino alla fine?

Grazie Maestro. Quando le parole non sono state più necessarie,
ci hai insegnato con il silenzio, con i tuoi gesti e sopratutto col tuo sguardo.
Grazie Gesù per la tua morte, ti riconosco Signore della mia vita. Meriti!
Figlio di un Amore senza fine. Stupisci!
L'unica cosa che hai voluto compiere è stata la tua ora, il tuo senso,
il motivo della tua esistenza, la ragione della tua incarnazione.
L'ultima parola che hai voluto pronunciare per educarci: Padre!