Omelia (28-03-2010) |
padre Mimmo Castiglione |
Non tutto quel che brilla è oro! Bandierine e banderole! Ogni anno è la stessa storia. Nel giro d'un paio d'ore, mutano gli stati d'animo. Lieto all'alba, ricordando l'ingresso di Gesù nella capitale. Triste alla fine della Liturgia, dopo aver ripercorso le ultime ore di vita del Maestro. Durante la Celebrazione dell'Ingresso scorgo la gioia nei volti dei fanciulli, che portano rami di palma per le vie della parrocchia, issati come vessilli. Si divertono! Ed io me ne compiaccio! Io "parato" a festa in broccato rosso! Ma si sa! Non tutto quel che brilla è oro! Gesù è a Gerusalemme. Il viaggio si conclude. Rifiuto od accoglienza? Evviva! Evviva! Evviva! Gesù che affascina, parla bene e fa i miracoli! Che entusiasmo! I discepoli si rallegrano. Gesù pure appare contento. Di lì a poco invece tutto sarà cattivo, orrendo. Momento decisivo per la vita del Maestro. Si gioca tutto: il ministero, la sua disponibilità al cuore dell'uomo e la sua sottomissione alla volontà del Padre. La sera si celebra la cena, si festeggia! Scende la tristezza, Gesù capisce. Gesù intuisce e si consegna. Memoria dell'agnello! Si rinnovano la luce ed il vigore ricevuti nel deserto, quando fu tentato nella vanità e nel seguire altri percorsi. Poco prima d'andare a Gerusalemme, Gesù era ritornato oltre il Giordano, dove Giovanni aveva battezzato, dove la Voce aveva parlato, per ricordare e ricevere coraggio. Mentre si mangia Gesù parla di tradimento, ma c'è chi non capisce, intento alla spartizione dei ministeri! Quando qualcuno soffre e i seggi si svuotano, c'è sempre chi pensa alle sostituzioni, alla poltrona! Il Maestro capisce e s'offre. Al frantoio dell'amore Gesù è angosciato e solo. I discepoli dormono. Arrivano i soldati! Ci vuole tanta pazienza, la notte è lunga. Tanti processi, violenza, insulti e beffe. Gesù senza famiglia, senza fratelli, orfano, in pena per la madre, niente amici. Tutti fuggiti. Solo Dio a dare sostegno e confortare. E qualche pianto da non dimenticare! Non quello delle donne, ma di Pietro insonne! La cattiveria si scatena. Gesù capro espiatorio. Si scarica la rabbia. Mediocrità e voltafaccia, rinnegamenti e tradimenti. Gli stessi che qualche giorno prima osannavano, gridano ora: A morte! E poi il corteo, gli sputi preparati in bocca, la processione! Tutti devoti a rendere gloria a Dio! Si giunge al Cranio. Poi la croce, che era per gli schiavi. Poi l'agonia come per i rivoluzionari, con attorno pochi e rare parole. Poi la morte come per i sovversivi, per i rivoltosi ribelli. Gli spettatori ritornano a casa, battendosi il petto! PREGHIERA Oggi non ce la faccio proprio ad essere contento. I bimbi mi guardano con quei rami d'ulivo in mano, aspettando un cenno per agitarli, come si fa con le bandierine! Ho preparato caramelle, da distribuire dopo la funzione, per addolcire un po' le cose. Sorrido agli sguardi dei piccoli, che sembrano cogliere la contraddizione. Si vive per loro. Ricordo le volte in cui, per paura del pericolo, ho cambiato padrone. C'era da rischiare! Mi vedo con vergogna rosso in volto (e non per il riflesso del paramento!). E mi sento come la banderola che splende al sole sui tetti delle case, e che col vento (non quello dello Spirito!) gira, si muove! Un po' di qua! Un po' di là! Ma si sa! Non tutto quel che brilla è oro! Tu, Maestro Gesù, vai diritto per la tua strada, dando senso sino alla fine alla tua vita, continuando a tendere la mano alle folle, ai capi, ai potenti, alle guardie, ai tuoi discepoli, alle donne, al Cireneo, ai due ladroni. Come hai fatto Gesù? Mi riconosco in tutti quanti loro: io che tradisco, io opportunista, io che non ti comprendo e triste m'addormento, io che fuggo appena scorgo il pericolo, io che ti rinnego e t'abbandono, io che ti schernisco e t'insulto, io che ti provoco e non ti credo, io che ti vendo, io che ti mollo per paura di perdere il ruolo, io che ti baratto, io arrabbiato costretto a portare la maledizione della fatica, io che mi batto il petto per convenienza, io che ti scarico la mia collera, io che ti proclamo giusto solo dinanzi all'evidenza. Pietà Signore, per tutte le volte che sono stato crudele. Pietà Signore della mia vanità. Pietà per l'incomprensione. Pietà della mia incoerenza. Pietà della mia cattiveria. Pietà per l'indifferenza. Pietà per tutte le volte che ho deriso il buono, per gli insulti ai deboli e per la mia viltà. Il tuo sguardo che incontra quello di Simone, non reggo Signore, per la tristezza e per l'amore, mi spezza il cuore e mi commuove! E dopo aver detto insegnando l'ultima volta sulle mine, si conclude dunque il viaggio! S'abbassa chi sceglie una strada diversa da quella di Adamo. I discepoli stanno con Lui alla cena. Ma non andranno con lui in seguito! Prega nel giardino il Testimone, l'Orante. È giunto il momento, l'ora della consegna, si dona! Precede tutti, sia chi lo tradisce e chi l'ignora! Fedele sino alla fine alla Parola. Per questo motivo è perseguitato, sarà torturato, ucciso! E proprio perché oltraggiato, avrà capacità di sostenere. Il Maestro sale alla terra promessa, alla capitale. Non più in pellegrinaggio come nel passato. Ma nella discesa del monte degli ulivi, in basso, così come sarà per gli inferi, inizia la processione, festosa e solenne. Corteo entusiasta, che si vorrebbe austero per paura di rivolta! Ora ritorna, ora si vede chi appare benedetto. E dopo gli osanna, gli inchini ed i plausi, ed i mantelli stesi per terra, il dramma! La festa è cominciata bene, e si è conclusa male! Eh già! Il popolo si sposa sull'alcova della croce! E bere festeggiando alla coppa del sangue! Non sfoggio di potenza dunque. Trionfa debolezza! Il nostro orrore raccontato dal Suo volto sfigurato. Che attende certo: con la risurrezione ridiventare bello! Amaro destino per chi decide la sua sorte rassegnato! Senza opporre resistenza, presenta il viso! Umiliato. Non patisce per il male commesso. È Innocente il Giusto! Per il peccato altrui riscatta. Caricandosi colpe. E la cattiveria assorbe. Come la spugna! Avendo assunto il corpo. Offrendo sé! Impavido si dà. Prode! Senza però del dominio le insegne! Per essere presente sempre al derelitto che non ha speranza, a chi non ritorna, al misero che giace, al povero che invoca, al desolato che muore solo. E chi si prende cura, il Padre, presta soccorso. Sorprendente, assiste, Avvocato. Diverso da come si pensava, da come lo si aspetta il miscredente. Il Figlio servo che soffre, dolorante. Percosso ed insultato. Sottomesso. Per essere fedele al mandato: obbediente, fiducioso al Provvidente. Comunicando quanto si è ascoltato, e confortare con il perdono. Per questo è forte! Per esser valorosi necessita pregare. Come nell'orto fece l'Angosciato, Che ha trasudato sangue per il suo cuore in pena. E sopportare al Pretorio il flagello, la sua carne maciullata. E poi sul Golgota, concludere il lieto messaggio. Ed alla Madre ritta e silenziosa trasmettere coraggio. Convertirsi? Significa seguirLo nella sua passione! Per essere discepolo, battendosi costantemente il petto! E cominciare la missione riconoscendo lo sbaglio, l'errore, e perdonare, come avvenne per i martiri dalle croci! E sì che il Centurione professò quell'Uomo senza prestigio. Così come una donna fece ungendo il capo, dopo la congiura e prima della vendita. Facendo proprio una bella cosa! Gratuità dell'amore! Ricordata per sempre. Per aver profumato il corpo del Povero eccellente, di chi non s'appartiene, e dona se stesso, sempre! |