Omelia (21-03-2010) |
don Giovanni Berti |
Le scritte non sulla sabbia ma sul cuore Clicca qui per la vignetta della settimana. Su questo brano del Vangelo abbiamo fatto un piccolo incontro di preghiera con i giovani della parrocchia. Abbiamo riflettuto partendo da due elementi che sono presenti nel racconto: le pietre per la lapidazione e Gesù che scrive per terra. Le mani degli accusatori sono cariche di pietre, pronte a colpire questa donna e "di rimbalzo" anche Gesù. L'atmosfera è davvero pesante come un masso. Sembra davvero che ogni spazio di misericordia sia stato spazzato via dal giudizio e dalla condanna. Ai giovani che sono venuti all'incontro di preghiera ho chiesto di portare una pietra. In un momento di silenzio, ognuno ha scritto sulla pietra una o più parole per dire quello che sentiva come peso e come condanna nella propria vita, e in quella del mondo che lo circonda. C'è chi sente il peso del proprio carattere che lo porta ad avere atteggiamenti e a fare scelte che portano alla rottura dei legami di affetto. C'è chi ha visto nella pietra in mano la durezza dei pregiudizi che spesso separano le persone le une dalle altre in base a criteri superficiali e secondari rispetto al valore profondo della persona. Quante pietre lanciamo contro lo straniero e contro coloro che vivono secondo abitudini diverse dalle nostre!!... Cosa scriveremmo noi sulla nostra pietra, su quel sasso che siamo pronti a buttare addosso all'altro? Gesù nel Vangelo compie quel gesto particolarissimo di scrivere per terra. Cosa abbia scritto non si sa, e qualsiasi ipotesi è senza fondamento. Mi colpisce però questo gesto di scrivere per terra. Sembra che non voglia che niente di fissato rimanga delle cose scritte da lui. Infatti basta poco perché quel che è scritto nella polvere della strada vada perduto dal calpestio delle persone... Ma non è forse quel che è successo già alle parole scritte nella Legge di Mosè citata dagli scribi e farisei che accusano la donna? E' davvero "urtante" vedere come gli esponenti più illustri della religione, la calpestano nei suoi fondamenti, guidati solo dal desiderio di eliminare Gesù. La religione, con tutti i suoi scritti e riti, quando è usata per un fine di vendetta e di potere, allora è calpestata e destinata a sparire... come le scritte sulla polvere della strada. Gesù con quella frase, diventata tra le più famose del Vangelo ("Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei"...), scombina la mente dei presenti. Con un sano "shock" spirituale sembra rimettere le cose nel verso giusto, trasformando la vendetta in perdono. La donna infatti è graziata, non per bontà propria, ma per il perdono di Gesù. Questo perdono è più forte e potente di qualsiasi peccato che l'uomo possa compiere. Le pietre degli accusatori cadono a terra disarmate della loro potenza omicida. Clicca qui per lasciare un commento. |