Omelia (10-06-2010) |
don Luciano Sanvito |
Osservanza UNA osservanza stretta e rigorosa dei comandamenti è solo morte. Il comandamento osservato vive quando esso viene applicato alla vita, e non osservato in se stesso. OSSERVARE i comandamenti in sè non fa altro che rinchiudere nella stretta osservanza che tramuta la vita della fede in moralismo stretto e tenebroso, certo appagabile, ma solo dal punto di vista dell'io. OGNI comandamento osservato alla lettera non porta a una applicazione vitale e vivificante verso l'esperienza, anzi si racchiude nel semplice applicarne il sì o il no alla trasgressione. MA se il comandamento è fatto per educare alla maturazione della vita e dell'esperienza, ecco che diventa occasione per intervenire sulle varie situazioni della nostra storia e della coscienza morale, per equilibrare al comandamento lo stile del nostro procedere. INFINE, applicare il comandamento in sè è solo ottica negativa, in quanto la revisione non appare mai sulla positività della legge, ma sulla sua potenza repressiva e legalista; l'applicazione del comandamento deve invece portare a una capacità di estrarre da esso le realtà positive alle quali esso si richiama. OSSERVARE IL COMANDO IN SE' E' ESSERE CIECHI ALL' AMORE |