Omelia (01-04-2001) |
padre Paul Devreux |
Gv 8, 1-11 Oggi vediamo i scribi e i farisei uniti per mettere Gesù alla prova: vedere se il suo insegnamento regge alla prova dei fatti. Pensano di metterlo in difficoltà perché se Gesù afferma che va condannata, contraddice il suo insegnamento sul perdono e si mette in urto con l'autorità dei romani; se afferma che va perdonata va contro la legge di Mosè. L'istituto della lapidazione ebraica prevedeva che i testimoni buttassero la prima pietra, assumendosi la responsabilità della condanna. Con la sua frase: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra, "Gesù non dice: "Come fai a giudicare l'altro tu che sei peccatore, chi ti credi di essere!" Se questo fosse il significato della sua frase, delegittimerebbe tutti i tribunali. Questi non si basano sulla purezza dei giudici, ma sulla legge. Forse intende dire: "Chi, in coscienza, è convinto che con la lapidazione si elimina il male dalla società, e da noi stessi, cominci." Con quale tono e stato d'animo Gesù pronuncia questa frase? Sappiamo che Gesù non divide l'umanità tra buoni e cattivi; non è complice dell'adultera, non la difende colpevolizzando gli altri. Desidera accogliere anche i scribi e farisei, non solo perché accoglie tutti, ma perché guarda con simpatia a coloro che hanno il coraggio di affrontare il problema della giustizia. Sa che lapidare non è divertente per nessuno. Le parole di Gesù sono dette con amore. Gesù si china prima e dopo aver parlato per assumere un atteggiamento disarmato, che permetta ai presenti di ragionare serenamente. Un atteggiamento altezzoso avrebbe alimentato quella rivalità che acceca le coscienze. I più anziani sono i primi a partire, non perché sanno d'essere peccatori, quanto perché sanno che queste esecuzioni capitali non danno pace, e non hanno mai cambiato nulla, tant'è vero che questa adultera non è la prima. Il primo a partire ha avuto coraggio e anche noi dobbiamo guardare a lui con simpatia. Per capire meglio, pensiamo al diluvio universale: Dio elimina i cattivi, e poi promette di non farlo mai più, perché vede che non serve a nulla. Il cuore dell'uomo non cambia. Affronterà il problema diversamente, mandando suo figlio. Ed è questo è il punto importante di questa storia: come affronta Gesù il problema della giustizia? Gesù lo affronta prendendo su di se il peccato del mondo; come? Dicendo: "Signora, sono disposto a pagare io per lei. Se c'è bisogno che muoia qualcuno per ristabilire l'ordine sociale, preferisco morire io affinché lei possa avere la possibilità di ricominciare. Ho fiducia in lei e nella mia capacita di amarla. Penso che se lei contemplerà il mio morire per lei, si sentirà talmente amata e accolta, da non sentire più il bisogno di commettere adulterio, perché diventerò io la sorgente necessaria e sufficiente per la sua vita. Ora vada, ma se trova difficoltà a tornare a casa, non si disperi, sappi che la mia comunità è sempre disposta ad accoglierla." Signore grazie, per come, con la tua Passione, tu fai giustizia concretamente, affrontando i problemi di base. Fa' che anche io possa contemplate la tua disponibilità a morire per me, affinché il mio cuore si sazi di te e non sia più schiavo dell'avidità che mi porta a fare del male. |