Omelia (06-01-2000)
padre Paul Devreux
Mt 2, 1-12

Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandarono: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo".
Questi magi sono astrologi, che non sono né re, né tre, né bianchi o neri. Sono studiosi che hanno visto in una stella un segno.
Matteo ci riferisce questo fatto, non perché è interessato dal fatto che una stella abbia confermato la nascita del messia, ma perché esiste una profezia messianica esplicita nel libro dei Numeri (24,17), che parla di una stella. La profezia di Balam.
E' interessante guardare il cammino che hanno fatto questi Magi.
Dall'osservazione di una stella, capiscono che è nato un re ai Giudei.
Decidono di andare a adorarlo. Hanno fatto un buon ascolto, ma per strada prendono una cantonata: anziché continuare a seguire la stella, vanno dietro i loro ragionamenti umani. Per esempio: "Se è nato un re, sarà figlio del re; lo troveremo alla capitale, a corte".
E' un ragionamento logico ma umano, privo d'ascolto.
Molte volte anche noi seguiamo la nostra stella, soprattutto quando non sappiamo che pesci prendere, ma appena ritroviamo un po' di sicurezza in noi stessi, smettiamo di ascoltare e ricominciamo a fare di testa nostra.
Questo è il motivo per cui, arrivati in Giudea, vanno dritto a Gerusalemme, dimenticando la stella. A Gerusalemme mettono scompiglio. Erode si preoccupa perché conosce la profezia di Balam, ed è un uomo profondamente ansioso, tanto che ha già fatto uccidere sua moglie, i fratelli di lei con i genitori, e persino i suoi figli. Ogni volta che qualcuno nel popolo emerge, lui, per paura lo fa eliminare.
Immaginiamo cosa vive quando sente dire che è nato un re!
Ma è furbo e cerca di giocare bene le sue carte. Interroga gli specialisti, i quali non si domandano il perché di queste domande. Si preoccupano solo di fare bella figura e di fare vedere la loro sapienza. Sapienza inutile perché non li ha condotti alla grotta.
Per paura Erode ci crede, per orgoglio e presunzione i sommi sacerdoti e gli scribi non ci credono. Solo i Magi, stranieri e che hanno solo la stella, senza le scritture, ci credono e riprendono il loro cammino.
Immagino che, usciti da Gerusalemme, si saranno resi conto di aver fatto uno sbaglio, e avranno ricominciato ad ascoltare e a cercare la stella.
v.10- "Al vedere la stella essi provarono una grandissima gioia".
Ma perché? Forse si era nascosta? Hanno ricominciato a dare retta alla stella ed essa non si fa di certo negare, e li guida fino al bambino e poi ancora li guiderà sulla scelta da fare per il viaggio di ritorno.
Signore qual è la mia stella? Forse questa stella, è un privilegio dei Magi?
No, il Signore ha cura di ogni uomo, e a tutti manda la sua stella per aiutare l'uomo a camminare sulle vie della vita.
Signore donami di vedere la mia stella, e di seguirla docilmente, con entusiasmo e gratitudine, nel nome di Gesù Signore nostro.