Omelia (12-10-2009)
don Luciano Sanvito
Segno non dato

SEGNO NON DATO A CHI NON SI VUOLE CONVERTIRE
VEDERE UN SEGNO IN SE STESSO NON E' MAI CONVERSIONE

Il segno "di Giona" indica non solo una persona/segno, ma uno stile dell'identità stessa del segno: l'atteggiamento della morte e del morire attraverso quel segno, per rinascere alla vita nuova per mezzo di quella conversione che esso porta come dono.

Intravedere nel segno una persona che ci guida: Giona/Gesù, ma seguire poi il suo cammino, è occasione per riconoscere che quel segno è importante e vitale per noi.

Senza questa dimensione, anche oggi, tanti di noi andiamo alla spassionata ricerca di nuovi segni, dimenticando e non valutando appieno il segno che ci viene dato in Gesù.

Segni insignificanti, se non avviene questa rilettura in Gesù e non ne seguiamo le orme.
Il segno è tracciato per la nostra conversione e per valutare come ogni situazione della nostra vita porta con sè l'orientamento vitale a Gesù, rivissuto nel segno quale Cristo presente e luce della nostra storia.

L'impedimento ad accogliere i segni attorno al segno di Cristo non ci viene a mancare per una decisione superiore, ma come attestazione della nostra "malvagità" che ci impedisce ancora di rendere il segno vivo