Omelia (13-10-2009)
don Luciano Sanvito
Invito a pranzo

INVITARE A PRANZO...

Significa creare un rapporto di amicizia e di confronto, nella serenità.
Eppure, quel fariseo che invita Gesù sta a osservare come il suo invitato non assolve alle usanze, più che incontrare la sua persona.

Spesso anche noi nell'incontro con l'altro abbiamo sempre la barriera del nostro pregiudizio che imponiamo su colui che ci sta dinnanzi, meravigliandoci e scandalizzandoci di come quello non segua il nostro percorso.

L'essere ben pensanti o riputati degni nell'umanità perché stimati, spesso ci autorizza, quando incontriamo l'altro, a non vederlo come l'invitato, ma quale vittima prescelta per il nostro egoismo.
Se ci facciamo caso, spesso avviene che i nostri banchetti si trasformino in baruffe e in discussioni inutili e dannose all'amicizia.

Nel nostro mangiare insieme a tavola l'esteriorità ha preso il sopravvento: non tanto nel rito del lavarsi le mani, come era solito fare quel fariseo che invitò Gesù, ma nelle parole, nei pensiei e nelle azioni: solo esteriorità, che mostra pulizia e ordine perfetto fuori, ma che nasconde spesso il disordine e la poca interiorità e verità.

Fare le abluzioni prima del pranzo da parte del fariseo era condizione necessaria a esso; per Gesù l'occasione è il ripartire dall'abluzione di sè