Omelia (12-03-2000) |
padre Paul Devreux |
Mc 1, 12-15 "In quel tempo"; dopo il battesimo di Giovanni Battista, "lo Spirito sospinse Gesù nel deserto". Il deserto è il luogo della prova, ma anche dell'incontro con Dio. Nel deserto l'uomo si sente vulnerabile, vive la paura di perdersi e sente prepotentemente il bisogno di un Dio che lo salvi dal nulla. Gesù ci va per pregare, per fare delle scelte, ma anche per prendere confidenza con quella voce che nel battesimo lo ha chiamato "Figlio prediletto". Gesù vivrà sempre la nostalgia e il desiderio di ascoltare quella voce che lui identifica con suo Padre. Se la conversione è volgere lo sguardo e l'attenzione a Dio, mettendolo al primo posto, possiamo dire che, nel deserto, Gesù si è definitivamente convertito a suo Padre. Dopo questo periodo nel deserto Gesù si mette a predicare, e ci dice: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo". Gesù dice questo perché lui lo ha toccato con mano e ne ha visto i frutti. Gesù nel deserto è vissuto in pace con le fiere, le bestie feroci, i nemici; ha sperimentato che "gli angeli lo servivano", cioè che Dio si prendeva cura concretamente della sua vita. Siamo invitati ad accogliere il dono della quaresima, come tempo favorevole per dare importanza a Dio. Il digiuno di cui abbiamo bisogno è di dare tempo alla nostra ricerca di Dio, come ha fatto Gesù andando nel deserto, rinunciando a dare tempo ad altre cose. Noi riusciamo sempre a trovare del tempo per ciò che riteniamo importante. Penso che sia importante riscoprire tutti i giorni che c'è un Dio che ha a cuore la mia vita; ma questo richiede tempo, preghiera e ascolto della Parola. La tentazione è dare importanza a ciò che non ne ha e che mi distoglie da quella principale: dare tempo a Dio, che poi corrisponde al dare tempo ai miei bisogni più autentici. Perciò, Signore, ti ringraziamo per il dono che è la quaresima; aiutaci ad accogliere questo tempo, dandogli tutto il tempo che merita. |