Omelia (02-04-2000)
padre Paul Devreux
Gv 3, 14-21

In questo vangelo contempliamo l'incontro di Gesù con Nicodèmo.
Gesù è contento di quest'incontro. Si svolge di notte perché Nicodemo vuole evitare chiacchiere e guai. Gesù lo prende in simpatia e stima, per cui gli parla subito del nucleo del suo messianismo: la croce.
Usa il parallelo del serpente di Mosè per affermare che chi crede in lui ha la vita eterna. Gesù insiste affermando che è stato Dio stesso a mandarlo nel mondo, perché ama l'uomo tanto da desiderare che viva con lui per la vita eterna.
Gesù spiega anche che non è venuto per giudicare, ma per salvare.
Credere è dare fiducia e credito ad una persona. Posso farlo se vedo che Gesù è disposto a rimetterci per me; che è capace di rinunciare a qualche cosa per stare con me.
Gesù attraverso la croce dimostra che è disposto a tutto, pur di non rifiutarmi.
Gesù preferisce essere rifiutato che rifiutare.
Se aderisco a questo confronto con la croce di Gesù, mi scopro amato e vivo meglio. Se non ci riesco, devo cercare l'amore da qualche altra parte; e non è facile trovare qualcuno che mi voglia bene tanto da essere disposto a rimetterci la vita.
Signore donami di poter contemplare il tuo amore crocefisso e rifiutato.