Omelia (19-04-2010) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo. Atti 6,15 Come vivere questa Parola? La parole e l'operato di Stefano provocano una reazione rabbiosa in coloro che non riescono a confutare le sue parole. Non si esita a ricorrere alla calunnia e a trascinarlo dinanzi al sinedrio con il preciso intento di metterlo a tacere. È la passione di Gesù che si prolunga nei suoi seguaci e ne viene a convalidare la testimonianza. "Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza" dirà Paolo, che troveremo più avanti, negli Atti, a custodire i mantelli di coloro che lapideranno Stefano. Forse dietro queste parole il ricordo della fortezza del martire. Sta di fatto che, come Gesù aveva promesso, il testimone non si trova solo ad affrontare il processo la condanna e la morte. Di qui quella fortezza e trasparenza che si impone agli stessi oppositori: "Fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo", annotano gli Atti. L'abituale comunione con Cristo, la tensione verso un pieno conformarsi a lui fino a vivere lui, traspare dalla persona senza che la medesima se ne renda conto. Ed è la testimonianza più credibile che si possa dare. La parola può essere contestata, può anche suonare falsa agli orecchi di chi non la vuole ascoltare. Ma la vita no! La vita grida più forte, si impone: anche quelli che siedono nei sinedri attuali, nei tribunali che con tanta facilità eleviamo un po' ovunque, anche nei nostri cuori, non possono tacitarla. Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a pormi una domanda: la mia vita è trasparenza di Cristo? Donami, Signore, di vivere te, per testimoniare te con la trasparenza del mio essere e del mio operare. La voce di un arcivescovo imprigionato per la fede I martiri ci hanno insegnato a dire "sì" a Dio senza condizioni. Ci hanno insegnato a dire "no" alle lusinghe, ai compromessi, all'ingiustizia. card. François X. Nguyên Van Thu'n |