Omelia (03-03-2009) |
don Luciano Sanvito |
Giudizio a specchio OGNI GIUDIZIO SUL PROSSIMO DIVENTA COME SPECCHIO SU NOI Gesù che scrive per terra opera una riconversione dell'accusa sugli accusatori. Non perché sia evitata l'accustata, l'imputata che ha commesso comunque il peccato, ma perché venga adeguato il giudizio e equilibrato come giustizia in verità per tutti in modo autentico, efficace e ripartito in modo equo: ecco la giustizia della verità operata da Gesù con la potenza accennata dal suo semplice gesto dello scrivere per terra. Un segno che ribalta, sconvolge il sistema iniquo e lo ricrea secondo l'origine e la sorgente di esso: la verità. La potenza di Gesù riappare in quel segno sulla terra come la facoltà suprema del Creatore incarnata nella storia, qui e ora, proprio in quel momento dove la creazione era stata inquinata e resa succube dei potenti del mondo morale. Gesù ridice, riafferma, riscrive e riequilibria la giustizia e la verità attraverso il suo gesto, e il segno diventa evento portentoso, prodigioso. Sembra di vedere in quel momento, e potremmo quasi sovrapporlo a queso fatto, il Cristo Risorto che esce dal sepolcro e fa stramazzare a terra le guardie poste a custodia del luogo della morte. Quei tipi loschi che sono pagati come le guardie del sepolcro a star lì a garantire e rendere sicuro il sistema della morte, ora, uno per uno, cominciando dai più esperti della morte, sono stramazzati al suolo, azzerati nella loro potenza morale, esclusi dalla vita, forse dal perdono. |