Omelia (28-05-2000) |
padre Paul Devreux |
Gv 15, 9-17 Gesù dice: "Rimanete nel mio amore". Penso che se veniamo in Chiesa, è perché sentiamo questa necessità. La via per rimanere nel suo amore è osservare il comandamento che lui stesso ha osservato: amare. Gesù ci fa questa proposta perché questo gli ha dato gioia e può dare gioia anche a noi. Il modo migliore per amare è di andare incontro all'altro, come ha fatto lui. Posso discernere se gli sono amico, controllando se amo coloro che lui ama. Questo non è un ordine o una condizione per essere salvati; è la via maestra per vivere la comunione con lui. Gesù ci ha amato, e questo ha significato per lui una totale dedizione all'uomo. In altre parole, ha significato la perdita della sua libertà, a favore della libertà dell'altro. Come l'amante è schiavo dell'amata, così chi ama Dio si dedica agli altri. Chi dice: "Io credo in Dio e cerco di non fare del male a nessuno", non lo ha conosciuto. Il grosso problema dell'umanità è di non conoscere il suo Creatore, o di immaginarlo despota. Conoscere Dio è fonte di gioia e dà la capacità di andare incontro all'altro, cercando non più il mio interesse, ma il bene comune. Signore donami di rimanere nel tuo amore, affinché possa nascere in me la voglia di provare ad amare i fratelli, che tu mi metti accanto. |