Omelia (18-10-2010)
don Luciano Sanvito
Medici e medicati

CHISSA' CHE COSA HA VISTO QUESTO TIPO PER SCRIVERE COSI'

Che abbia scritto quel Vangelo della sua testimonianza, "secondo" lui, diventa un invito che lui ci vuol fare, a ciascuno personalmente, per riscrivere, nella vita e con la vita, il Vangelo oggi "secondo" me.
Non partendo certo da me, ma da lui, che avvia a questa operazione.

E, a proposito di operazione, pare che lui sia stato un medico, una specie di dottore.
Chissà che paragone avrà fatto le prime volte, nel constatare la forza delle guarigioni nello Spirito, rispetto alle sue cure, alle sue medicine.
Chissà che non abbia sottinteso il suo Vangelo come una medicina e una vitamina per le nostre anime in cura.
Ecco, forse era proprio un dottore...in cura d'anime: le nostre, ora, che lo leggiamo.

Ma che abbia visto qualcosa di sicuro, parrebbe proprio di no.
Dalla testimonianza della prima comunità e dagli "Atti" non emergono azioni particolari che lo definiscano come un esperto in medicinali; forse però è un medico che cura con gli "atti" che abbiamo anche noi come medicine di salvezza: l'atto di fede, l'atto di speranza e l'atto di carità.
Che siano questi i veri "Atti" degli apostoli espressi anche nella vita di Luca?
E ALLORA, NON POSSIAMO MEDICARCI E MEDICARE ANCHE NOI?