Omelia (11-06-2000)
padre Paul Devreux
Gv 15, 26-27; 16, 12-15

Festeggiamo l'avvento dello Spirito Santo sugli apostoli, nello stesso giorno in cui Mosè ricevette le tavole della legge sul Sinai.
Che cosa ha insegnato loro lo Spirito? Nulla che già non sapessero.
Allora che cosa è cambiato? Visibilmente è cambiato tutto, perché prima non parlavano e avevano paura, mentre dopo parlano senza timore alcuno. La presenza dello Spirito dona loro di poter vivere la comunione con Dio. Ciò che da coraggio agli apostoli è la certezza che il Signore è presente nella loro vita, come prima gliela dava la presenza di Gesù. Quest'esperienza è un dono dello Spirito.
Noi non abbiamo molta confidenza con lo Spirito Santo, perché non riusciamo a dargli un volto; ma
lo Spirito non intende darci questa immagine di sè, perché si preoccupa solo di metterci in comunione con il Padre e il Figlio, tanto da far nascere in noi il desiderio di testimoniarlo.
Prima gli apostoli credevano in Dio, adesso sanno che Dio è con loro; questo è tutta la differenza
che ha operato l'avvento dello Spirito. Questa comunione con Dio suscita in loro la voglia di
fare comunione con tutti gli uomini, annunciando il Vangelo.
Chiediamo questo dono anche per noi al Signore, perché credere aiuta, ma sperimentarlo è molto
meglio.